Crisalide 3, Gratteri: «Stiamo facendo un lavoro sistematico sul lametino»

VIDEO | Assestato un duro colpo alla cosca Cerra Torcasio Gualtieri dedita al traffico di droga ed estorsioni ed eseguiti 28 arresti. Il procuratore di Catanzaro: «Sento un clima di maggiore vivibilità».

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di Rossella  Galati
13 settembre 2019
14:32
Nicola Gratteri, Vincenzo Capomolla e Massimo Ribaudo
Nicola Gratteri, Vincenzo Capomolla e Massimo Ribaudo

Crisalide 3. È la terza operazione, dopo Crisalide 1 e 2,  che colpisce la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri in grado di mantenere un controllo asfissiante sulla piana lametina, quella che alle prime luci dell’alba ha portato all’arresto di 28 persone, tra affiliati e contigui al gruppo criminale, per estorsione e traffico di stupefacenti.

«Si tratta di una cosca di ndrangheta di serie A, tra le più pervasive nel territorio lametino» per il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro e Lamezia. Una cosca in grado di rigenerarsi e riorganizzarsi che, grazie alle nuove leve, in alcuni casi minorenni, continuava a tessere i propri interessi criminali sotto la direzione degli esponenti di vertice già attinti dalle precedenti misure cautelari e quindi già detenuti in carcere. «Nonostante questo, attraverso i loro canali di collegamento con l’esterno – ha sottolineato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla - tentavano di controllare le attività illecite della cosca stessa benchè fosse stata già interessata dalle misure».


Armi da guerra

La violenta e pervasiva attività estorsiva della cosca nei confronti delle attività commerciali lametine, soprattutto quelle del centro storico, veniva messa in atto anche con esplosivi rudimentali di grande pericolosità. «La disponibilità di armi, in qualche caso anche da guerra, era fondamentale per la cosca – ha spiegato Giuseppe Carubia, comandante del reparto operativo Carabinieri Catanzaro -. Consentiva sia di implementare la propria forza intimidatoria sul territorio per minacciare gli esercenti e i commercianti, sia per affermarsi sul territorio a discapito delle altre organizzazioni concorrenti».

Il contributo delle parti offese

Fondamentale per l’esito dell’indagine, è stato il contributo delle parti offese, come ha ribadito Massimo Ribaudo, comandante gruppo Carabinieri Lamezia Terme: «Ogni tentativo di riorganizzazione è stato immediatamente individuato e represso anche grazie ad un rinnovato clima di fiducia da parte degli imprenditori verso le forze dell’ordine e la Procura della Repubblica, in grado di dare una risposta veramente efficace che consenta poi un rinnovato clima di libertà e iniziativa economica».

Un lavoro sistematico sul lametino

Da questo punto di vista, il territorio di Lamezia, per il procuratore Nicola Gratteri «è abbastanza controllato da parte di tutte le forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. E noi, non solo come Procura circondariale di Lamezia ma anche come Procura Distrettuale, stiamo tenendo il ritmo. In questi tre anni, da quando io sono alla Procura di Catanzaro, abbiamo fatto indagini significative su Lamezia a cui si aggiunge Crisalide 3. E’ importante per noi continuare in modo sistematico ad essere presenti sul territorio non soltanto andando a fare conferenze o ricevere premi ma anche facendo il nostro lavoro e quindi, attraverso le nostre indagini, tutelando meglio la collettività. Sento un clima di maggiore vivibilità almeno da un anno e mezzo. Il nostro obiettivo – conclude Gratteri - non è quello di muoverci a macchia di leopardo ma fare un lavoro sistematico che interessi il vastissimo territorio del distretto di Catanzaro, anche perché cominciamo ad avere uomini e mezzi per poterlo fare».

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