I tre erano stati accusati di averne provocato il decesso per imperizia e negligenza. La tragedia si consumò mentre l’addetto lavorava nella cabina elettrica del depuratore comunale
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La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza assolutoria di primo grado per Achille Tagliatela, Fabio Iaccino e Gianpiero Poltero, accusati di omicidio colposo a seguito del decesso di Antonio Bufanio, operaio 40enne, morto nel 2013 folgorato mentre lavorava nella cabina elettrica del depuratore comunale di Fiumefreddo Bruzio.
La Corte si è riservata il deposito delle motivazioni. Taglialatela, amministratore della Impetec Costruzioni Spa, difeso dall'avvocato Coppola, Poltero, legale rappresentante della ditta Tecnologia e Sicurezza, operante su richiesta della Impetec, difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Claudio Cavaliere, e Iaccino, all'epoca dei fatti responsabile dell'ufficio Tecnico comunale di Fiumefreddo Bruzio, difeso dall'avvocato Massimo Zicarelli, erano accusati di aver provocato la morte dell'elettricista per imperizia e negligenza.
Bufanio era stato colpito da una scarica elettrica mentre era intento a sostituire un fusibile bruciato nella cabina di trasformazione del depuratore. L'uomo è poi spirato all'ospedale di Napoli. Gli indagati erano stati rinviati a giudizio nel 2017 e, nel 2021, erano stati assolti dal tribunale di Paola. I familiari, costituitisi parte offesa nel procedimento, sono stati risarciti civilmente in separata sede.