Lettera congiunta di 7 segreterie ai ministri di Trasporti e Lavoro dopo la morte di Domenico Zito: «Servono pene più aspre e maggiori controlli». Sulla governance del Porto: «Tornare a gestione democratica»
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«La morte di Domenico Zito, giovane lavoratore del porto di Gioia Tauro, non può essere accettabile, né relegata a semplice notizia giornalistica con commenti di circostanza. Non sono nemmeno sufficienti le 24 ore di sciopero proclamato dal sindacato dei trasporti e dei metalmeccanici, con l'adesione totale di tutti i lavoratori nel porto. Occorre questa volta, di fronte a questa ennesima morte sul lavoro, pretendere provvedimenti concreti per rafforzare la sicurezza nei posti di lavoro, verso cui non possono essere tollerate deroghe».
Lo scrivono le segreterie regionali della Calabria dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl, Sul, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm in una lettera aperta ai ministri dei Trasporti e del Lavoro.
«Le aziende – aggiungono i sindacati – non possono avere alibi alcuno rispetto alla sacralità della vita, soprattutto quando questa viene tolta nel momento in cui la persona lavora per mantenere onestamente la propria famiglia. Chiediamo, pertanto, un inasprimento delle pene per coloro che non rispettano le norme di legge sulla sicurezza e rivendichiamo altresì, che il Parlamento adegui, nel confronto con le organizzazioni sindacali, la legislazione in materia e si rafforzino i controlli degli organi ispettivi. Nel caso specifico, in attesa delle indagini della magistratura, chiederemo alla Prefettura di Reggio Calabria di farsi promotrice di un incontro con tutte le aziende dell'area portuale, a cominciare da Mct, per affrontare una discussione seria sul rilancio produttivo dell'area e per chiedere maggiori controlli agli enti preposti alla sicurezza».
«Infine, è giunta l'ora – concludono le organizzazioni sindacali – di tornare a una gestione democratica dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, facendo finire l'esperienza commissariale e nominando un nuovo presidente, garante della fase del rilancio produttivo e delle attività portuali, anche per dare fattibilità alla trasformazione in Autorità di sistema portuale, unica ancora in Italia a rimanere con la vecchia normativa».