Due arresti a più di due anni dal delitto. Un caso, fallito, di lupara bianca. È la storia dell’omicidio di Giuseppe Salvatore Tutino, sessantaduenne di Rosarno il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto all'interno della carcassa di un'auto che gli assassini avevano provato a seppellire nelle campagne di Calimera, frazione di San Calogero, nel Vibonese. «Abbiamo fatto luce su un crimine efferato», spiega il comandante provinciale dell’arma dei carabinieri di Vibo Valentia, il colonnello Luca Toti che parla di «attività investigativa particolarmente complessa».

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Come conferma il Comandante del Reparto Crimini Violenti del Ros Paolo Vincenzoni che ha riportato i numeri dell’indagine: «Abbiamo analizzato e messo a sistema oltre 234 milioni di stringhe di traffico telefonico, 20mila foto e video, 1500 audio e 15mila chat. Ciò ha permesso di ricostruire le fasi del delitto e risalire agli autori».
I familiari della vittima presentarono denuncia di scomparsa nel loro luogo di residenza, ma solo il rinvenimento del cadavere, a distanza di settimane dal delitto, spostò la competenza delle indagini dalla Procura di Palmi a quella di Vibo. La sinergia tra il comando provinciale guidato dal colonnello Toti e il Ros Centrale, Reparto Crimini violenti, ha consentito di stringere il cerchio sui killer, grazie anche alle intercettazioni e all'analisi di alcuni social network, e di risalire al movente: un regolamento di conti nel giro della droga.

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«Uno dei killer vantava dalla vittima un credito di diverse migliaia di euro, il mancato ottenimento della somma ha scatenato la furia omicida», chiarisce il colonnello Toti. In manette due soggetti del Rosarnese, «uno vicino alla ‘ndrangheta», prosegue senza mai fornire ai giornalisti le generalità dei due. Dal canto suo il procuratore capo della Procura di Vibo Valentia Camillo Falvo ha sottolineato la complessità di un’indagine partita con forte ritardo «Di solito gli omicidi si risolvono nel giro di 24 ore, in questo caso la scoperta del corpo è avvenuta a distanza di un mese e ciò ha reso le indagini più difficili. Abbiamo utilizzato le migliori professionalità nel campo delle investigazioni, ciò ci ha permesso di chiudere il cerchio».

Un delitto imperfetto, quello consumato a Calimera il 17 dicembre 2021. Gli assassini hanno provato a far sparire il corpo di Tutino e, così, cancellare le tracce del loro crimine. Ma hanno fallito... «Si sarà inceppato qualcosa mentre stavano sotterrando il corpo», conclude Falvo. Un errore che ha permesso di rinvenire il corpo e fare luce sul delitto.