Il 25enne è stato assassinato nel novembre del 2020, Santoro e Pietro Favasuli si costituirono qualche giorno dopo. Accolte parzialmente le istanze delle parti civili riguardo la quantificazione del danno per il delitto
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La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di Santoro Favasuli a 14 anni e 6 mesi e Pietro Favasuli (che ha usufruito dello sconto di un sesto della pena previsto dalla legge Cartabia) a 13 anni e 4 mesi, per l’omicidio di Salvatore Pangallo, il 25enne assassinato al confine tra Bianco e Africo Nuovo nel novembre 2020.
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Nel dettaglio i giudici di piazza Castello in accoglimento dell'appello incidentale per la quantificazione del danno proposto dai familiari della vittima che si sono costituiti parti civili, ha liquidato circa 300 mila euro per il padre Costantino (difeso dall’avvocato Emanuele Procopio), circa 310 mila euro in favore di Giuseppa Cardea, mamma della vittima (difesa dall’avvocato Palleschi) e 127 mila euro in favore della sorella Giuseppina.
Favasuli padre e Favasuli figlio si costituirono ai carabinieri qualche giorno dopo l’omicidio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori all’origine vi sarebbero dissidi familiari, legati a problemi di confini di alcuni terreni. Per conoscere le motivazioni della sentenza è necessario attendere 90 giorni, durante tale periodo sono stati sospesi i termini di custodia cautelare per gli imputati.