«Deluso? La giustizia da 12 anni non c’è. Continueremo ad aspettare, noi e il nostro dolore». Papà Martino, conosciuto per la sua schiettezza, la battaglia per ottenere giustizia in merito all’omicidio del figlio Filippo, vittima innocente di ‘Ndrangheta non l’ha ancora vinta. Nelle sue parole trapela tutta la sofferenza di una famiglia che non ha mai smesso di lottare, né far sentire la propria voce. Nel nome di Filippo, strappato alla vita, agli affetti più cari a soli 19 anni.

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Una storia che affonda le radici nelle strategie di guerra tra sodalizi criminali attivi nell’area montana del Vibonese. Con la ‘Ndrangheta, però, il giovane di Soriano non c’entrava davvero nulla. Filippo proveniva da una famiglia di onesti lavoratori. I Ceravolo vantano una lunga tradizione nel settore del commercio al banco dei dolciumi. Una strada che il ragazzo aveva scelto di proseguire, nonostante i sacrifici, le sveglie all’alba.

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Una storia che s’arresta con violenza la sera del 25 ottobre 2012. Prima l’auto in panne, poi la richiesta di un passaggio. Quindi l’agguato lungo la strada che da Pizzoni porta a Soriano, distanti tra loro una manciata di chilometri. Non era lui la vittima designata ma nella pioggia di fuoco, il 19enne perde la vita. Il 21 marzo, papà Martino sarà a Roma, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime innocenti di mafia promossa da Libera. Ma le ferite restano aperte: «L’80% delle famiglie di vittime di ‘ndrangheta non è riuscito ad ottenere giustizia, nonostante le lotte, nonostante l’impegno. Per la mia famiglia, dopo 12 anni la speranza comincia ad andare via». Papà Martino descrive questi anni come «duri e difficili, anche solo a parlarne». In questi momenti di sconforto, «i nostri clienti, i nostri amici, i cittadini semplici non hanno fatto mai mancare il loro sostegno. La domanda è sempre una, “Quando si avrà giustizia?”». Continua a leggere su IlVibonese.it