Non regge neanche davanti ai giudici di secondo grado l’accusa per il delitto Lopreiato. Assolta anche la collaboratrice di giustizia Loredana Patania
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Tutti assolti anche in appello. Non regge neanche davanti ai giudici di secondo grado l’impianto accusatorio della Procura distrettuale di Catanzaro nel processo nato dall’operazione “Amarcord” che mirava a far luce sull’omicidio di Antonino Lopreiato, 51enne di Stefanaconi ucciso l’8 aprile del 2008.
Nonostante la richiesta di pena all’ergastolo per tre dei quattro imputati, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha infatti confermato l’assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di: Emilio Antonio Bartolotta, 46 anni, Annunziata Foti, 47 anni, moglie di Bartolotta, e Francesco Calafati, 47 anni, tutti di Stefanaconi. Assolta anche Loredana Patania, di Stefanaconi, collaboratrice di giustizia per la quale era stata chiesta la condanna a 6 mesi. L’omicidio di Lopreiato, secondo l’operazione antimafia “Amarcord”, sarebbe maturato nell’ambito di uno scontro fra il clan Lopreiato-Patania (la vecchia “società maggiore” di Stefanaconi) ed un nuovo gruppo criminale, vicino ai Bonavota di Sant’Onofrio, nato nel 2007 a Stefanaconi attorno alle figure di Emilio Bartolotta e Francesco Calafati.
Secondo l’accusa, la vittima era ritenuta da Bartolotta e Calafati fra gli autori della scomparsa per “lupara bianca” (14 dicembre 2007) del 31enne Salvatore Foti e si sarebbe inoltre attivata per ritrovare il cadavere di Michele Penna, il segretario cittadino dell’Udc di Stefanaconi pure lui scomparso per “lupara bianca” in quanto intenzionato a formare un autonomo clan. Continua a leggere sul Vibonese.