La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dalla Procura generale di Reggio Calabria nei confronti di Giusuppe Brandimarte (difeso dagli avvocati Giuseppe Fonte e Dario Vanniatello) e di Davide Gentile (difeso da Nico D'Ascola e Salvatore Staiano). 

La Prima sezione della Suprema Corte, dichiarando inammissibile il ricorso, ha confermato le assoluzioni d'Appello, dopo le condanne di primo grado, per l'omicidio di Francesco Bagalà, ucciso il 26 dicembre 2012 a Gioia Tauro. «I profili di ammissibilità del ricorso della Procura apparivano sin da subito inconsistenti», ha dichiarato a margine, sentito telefonicamente, l'avvocato Salvatore Staiano, che ha espresso così la sua soddisfazione per l'esito del processo a carico del proprio assistito.

Secondo l'accusa, il movente dell'omicidio di Bagalà sarebbe stato da collegare a una vendetta per il tentato omicidio dello stesso Giuseppe Brandimarte, che era avvenuto nel 2019. Tesi che i difensori dei due imputati hanno definito destituita di fondamento. In base alla sentenza di assoluzione, Davide Gentile, non avendo altre pendenze giudiziarie, è stato scarcerato, mentre Giuseppe Brandimarte resta detenuto perché deve scontare una condanna a 20 anni di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.