I ricettari sono stati sottratti dall'azienda sanitaria provinciale e dall'ospedale del capoluogo, attraverso un dipendente addetto alla guardiania
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Complessivamente 2.574 false ricette redatte grazie a 116 ricettari sottratti a 31 medici sia dell'azienda sanitaria provinciale che dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Sono questi i numeri dell'odierna inchiesta messa a segno dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro che questa mattina ha portato il Gip del Tribunale di Catanzaro a convalidare un decreto di sequestro nei confronti di sei indagati, tutti componenti di una farmacia di Catanzaro, Leo nel quartiere Pontegrande.
Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle gli indagati avrebbero costituito una associazione a delinquere con base nella sede della farmacia, utilizzata alla stregua di una base operativa. Raffaele e Carlo Leo, fratelli, sarebbero stati i promotori e gli organizzatori; Ilaria Leo (figlia di Carlo) e Pasquale Gigliotti (dipendente) avrebbero avuto invece il ruolo di addetti alle vendite e infine Giuseppe Rubino e Antonio Mungo avrebbero procacciato i ricettari trafungandoli dalle due aziende. In particolare, Antonio Mungo che svolge la mansione di guardiania all'ospedale Pugliese.
Il modus operandi dell'associazione, secondo le ipotesi della Procura, è consistito nella redazione e nell'utilizzo di false ricette mediche per poter acquistare e rivendere farmaci così lucrando una somma complessiva di 81mila euro: 69mila quale costo dei farmaci e 13mila quale importo dei ticket regionali non versati. In particolare, il gruppo dopo aver rubato i ricettari emettevano false ricette a nome di medici inesistenti e in alcuni casi anche esistenti ma del tutto inconsapevoli con le quali recuperavano 5.121 farmaci che rivendevano poi nella loro farmacia.