Quinta bolgia, un certificato di idoneità per le ambulanze costava 15 litri d'olio

L’inchiesta della Guardia di Finanza dimostra come i funzionari Asp venivano corrotti e rilasciavano la documentazione necessaria all’esercizio del servizio senza alcuna ispezione

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di Tiziana Bagnato
14 novembre 2018
19:31

Ambulanze non a norma e corsi per potere svolgere il lavoro di operatori mai eseguiti con certificati rilasciati in cambio di olio extravergine d’oliva.

 


Accadeva anche questo in quel girone infernale che era diventata l’Asp di Catanzaro nelle mani degli imprenditori Putrino e Rocca e del clan Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. Le condizioni igienico sanitarie dell’ambulanze, si legge nelle carte dell’inchiesta Quinta Bolgia, sarebbero state palesemente malsane «tanto da provocare le reazioni stizzite del personale utilizzatore».

 

Ecco perché c’era bisogno di “oliare” il sistema. Tommaso Antonio Strangis e Italo Colombo avevano individuato nel pubblico ufficiale Francesco Serapide, addetto al rilascio degli attestati di idoneità igienico sanitaria per le ambulanze, l’anello debole, il lascia passare.

 

Così Serapide, che in realtà avrebbe dovuto effettuare controlli senza preavviso sui mezzi di trasporto, veniva omaggiato da Colombo di quindici litri di olio prodotti nell’azienda della madre. I due vengono intercettati mentre prendono accordi e il funzionario ritira l’olio direttamente sotto casa di Colombo e dopo avere assicurato che si stia occupando dei certificati.

Giornalista
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