Presentata questa mattina la manovra che porterà alla stabilizzazione e al reclutamento di nuovo personale sanitario. Entro ottobre e dicembre l'avvio delle procedure. In Consiglio regionale il disegno di legge per l'incentivazione
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«Preferisco che la Regione dia fino a 100 euro ad un medico calabrese che già lavora, magari in un altro reparto, e vuole andare a lavorare nel pronto soccorso per qualche ora anziché darli a cooperative che invece chiedono fino a 150 euro per un medico a gettone che starà in quel pronto soccorso per qualche ora e il giorno dopo magari starà in un'altra città».
Prevede anche questa forma di incentivazione la "manovra d'autunno" presentata questa mattina alla Cittadella nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato oltre che il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il commissario di Azienda Zero Giuseppe Profiti, il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute Iole Fantozzi e il sub commissario Ernesto Esposito.
Secondo quanto previsto dal programma, tra ottobre e dicembre verranno avviate le procedure di stabilizzazione e di nuovo reclutamento di 2.589 unità tra infermieri, tecnici e operatori sociosanitari e 1.044 medici. In particolare, verranno stabilizzate 740 unità di personale del comparto e 135 figure dirigenziali mentre per la sostituzione di personale già andato in pensione saranno reclutate 1.819 unità di personale del comparto e 909 figure dirigenziali.
Giovedì sono state convocate le organizzazioni sindacali per avviare il negoziato sulla definizione dei criteri di reclutamento e stabilizzazione mentre entro la fine della settimana il dipartimento Tutela della Salute procederà all'approvazione del piano dei fabbisogni di personale delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.
A margine della conferenza stampa il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha dichiarato: «I cittadini si attendono molto dal governo della sanità. Vorrei dire loro che noi stiamo ricostruendo questo edificio che era in macerie. Questo risultato lo produrremo attraverso la ricostruzione dell'edificio e il recupero di efficienza nel sistema sanitario».
«Credo però – ha aggiunto Occhiuto – che questo governo regionale ha dimostrato di saper intervenire con determinazione su più dossier. Rassicuro i cittadini perché lo stiamo facendo anche in sanità ma è un modello molto più difficile da ricostruire e molto più complicato. Ce la faremo riusciremo a dimostrare che questa regione è governabile anche nel suo sistema sanitario vincendo anche i pregiudizi del governo nazionale che nel corso degli anni ha mandato in Calabria come commissari generali dei carabinieri o persone che non avevano alcuna competenza in materia sanitaria. Un pregiudizio dovuto al fatto che si riteneva la Calabria ingovernabile, noi dimostreremo il contrario».
In riferimento alle incentivazioni previste nella manovra che contempla una indennità aggiuntiva fino a 100 euro all’ora il presidente ha chiarito: «Io ho detto più volte che se un medico che è incardinato nel sistema sanitario e costa settemila euro al mese, si dimette e va a lavorare in una cooperativa a gettone e costa invece 50mila euro significa che 43mila euro vengono distratti perché non si usano più per la cura dei cittadini ma si utilizzano per dividere il profitto tra le cooperative. Non faccio una colpa ai medici perché lavorare in un pronto soccorso significa sacrificare la propria vita, a volte essere degli eroi per cui molti medici si dimettono e vanno a lavorare in queste cooperative. Io ho chiesto ai miei dirigenti di fare anche in Calabria quello che stanno pensando altre regione, cioè preferisco che la regione dia fino a 100 euro ad un medico calabrese che già lavora e vuole andare in pronto soccorso per qualche ora anziché darli a cooperative che chiedono 150 euro per un medico a gettone che starà in quel pronto soccorso per qualche ora e il giorno dopo resterà in un'altra città. È anche un problema di qualità di prestazione sanitarie, e di continuità». Il provvedimento dovrà essere approvato in Consiglio regionale attraverso un apposito disegno di legge.
Sull’arrivo dei medici cubani ha poi aggiunto: «Non c’è ancora una data ma stiamo procedendo con la massima attenzione perché su questa vicenda c'è stato l‘interesse mondiale. È mio dovere ed è dovere degli uffici procedere con la massima prudenza perché è meglio farli arrivare un giorno dopo ma evitare intoppi amministrativi. Stiamo andando con i piedi di piombo perché siamo i primi ad aver pensato a questa attività, siamo i primi a esserci impegnati a realizzarla. Ora tuti si rendono conto che è un modo per calmierare il mercato delle professioni sanitarie in Italia. Un modo per intervenire su questa distorsione tra domanda e offerta di lavoro. Però siccome siamo i primi dobbiamo dimostrare di fare le cose in maniera ineccepibile».
Sulla ricognizione del debito pregresso è intervenuto anche il commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, che ha chiarito come: «Il 31 dicembre è un termine che prescrive la legge per concludere questo iter. Tenete presente che è già partito, quindi è qualcosa che il sistema economico delle imprese e dei creditori ha già ricevuto via pec. Ci aspettiamo una loro risposta entro il 10 novembre, risposte che troveranno a questo punto una organizzazione già pronta. Ci sta un nucleo di 10 persone per azienda, 5 funzionari e 5 ispettori della Guardia di Finanza che collaboreranno per vagliare queste risposte. E quindi per verificare la corrispondenza tra la pretesa creditoria e la reale sussistenza di un diritto di credito che non è stato soddisfatto».
Sulla reale entità del debito sanitario Profiti ha aggiunto: «L’unico dato che sono in grado di dare oggi è che si parla di un debito del sistema Calabria, sul quale c’è un dubbio sull’entità. Ma dall’altro c’è un dato certificato dalla Regione ma non solo anche dai ministeri che conferma come questo sistema abbia iniziato ormai ad essere in avanzo, in utile dal 2020. Con una parte dell’avanzo del 2021 ha chiuso tutti i suoi disavanzi pregressi quindi è un sistema che oggi non ha più disavanzi con il passato. È un dato che fa riflettere se comparato a quello che si è sempre detto sull’esistenza di un debito perché a questo punto i due dati dovrebbero trovare una conciliazione, anche se si tratta di due concetti non esattamente sovrapponibili».