Scarse attività, conti in rosso e parentele scomode di alcuni amministratori: sono sostanzialmente questi i motivi che hanno portato la Prefettura di Reggio Calabria, nei giorni scorsi, a decidere per lo scioglimento del Cda della Fondazione Corrado Alvaro di San Luca, ente nato nel 1997 per onorare la memoria dello scrittore calabrese. Sono diverse in queste ore le reazioni al provvedimento del prefetto Clara Vaccaro, affidate soprattutto ai social e provenienti dal mondo della cultura, della politica, del giornalismo. Tra queste anche quella di Giusy Staropoli Calafati, scrittrice vibonese impegnata nella valorizzazione degli scrittori calabresi e autrice del romanzo, pubblicato proprio nei giorni scorsi, dal titolo “Alvaro. Più di una vita”.

«Io ho voluto esprimere tutta la mia rabbia, la mia indignazione e la mia tristezza perché con questo provvedimento si spegne veramente l'ultimo faro acceso nella notte di San Luca - commenta ai nostri microfoni la scrittrice -. La Fondazione Corrado Alvaro è un presidio di cultura e i presidi di cultura sono presidi di legalità. Poi - aggiunge - siamo in un periodo particolare in cui ricorrono i 130 anni dalla nascita di Corrado Alvaro e la Fondazione in questo momento aveva un ruolo fondamentale non soltanto per San Luca ma per la Calabria intera».

Tra le questioni chiave che hanno portato al provvedimento della Prefettura il ruolo, all’interno della Fondazione, di un’associazione che avrebbe avuto «un peso preponderante nelle decisioni del collegio» e che - si legge nel provvedimento – «vede tra i propri componenti numerosi soci che presentano legami di parentela e affinità con persone ritenute contigue alle ‘ndrine afferenti al contesto territoriale di San Luca».

Su questo punto Giusy Staropoli Calafati sentenzia: «Da questo provvedimento arriva un messaggio duro, del tipo "chiudete tutto e andate via". Noi viviamo in paesi che sono molto piccoli e chi valuta queste situazioni deve prescindere dalle parentele. Io non posso subire quelle che sono le colpe di mio padre o di un mio zio. Viviamo in questo contesto, ma non vuol dire che inevitabilmente siamo tutti 'ndranghetisti. Parto da un presupposto: non si sceglie dove si nasce, nessuno sceglie di nascere ad esempio in Calabria, ti capita, ma si sceglie che tipo di calabresi essere. San Luca vuole riscattarsi, a San Luca c'è molta gente che vuole ricominciare e io dico che ricominciare da figure come Corrado Alvaro, in questo momento, significa non essere più colti dal dubbio che vivere rettamente sia inutile anche a San Luca».

Altra criticità che emerge dall’esame della Prefettura è quella del sostanziale stallo nelle attività prendendo in considerazione gli ultimi 5 anni. «Chiedete ai tanti ragazzi che si sono rivolti alla Fondazione in questi anni - spiega la scrittrice - ai tanti studenti universitari che, supportati dalla Fondazione, hanno redatto tesi su Corrado Alvaro. Tra questi - aggiunge - c’è anche mia figlia, e io stessa sono stata supportata dalla Fondazione che mi ha fornito tantissimo materiale per la realizzazione del mio romanzo. Chiedete a quanti studiosi, giornalisti sono arrivati a San Luca se la Fondazione si è aperta a loro o è rimasta chiusa».

Infine un appello a una mobilitazione davanti alla Fondazione per il prossimo 15 aprile, nel giorno del 130esimo anniversario della nascita dello scrittore: «L’invito è agli scrittori, agli intellettuali, ai poeti, alla politica, a tutto il popolo calabrese. Io l'avrei fatto a prescindere e mi ritroverò nel pomeriggio a San Luca, davanti la casa di Alvaro, a leggere un libro forse, a chiacchierare con chi c'è lì. Corrado Alvaro diceva che “i calabresi vogliono essere parlati”. In quel giorno noi calabresi potremmo cominciare a parlarci tra di noi. Al mattino invece saremo a Reggio Calabria al Palazzo della Regione proprio per avviare questo anno alvariano e presentare il mio volume».

«Ecco - conclude - bisogna ricominciare da qui, non è possibile arrivare ad avere uno sterminio delle coscienze perché noi calabresi abbiamo un pensiero critico, riusciamo a capire in cosa credere e in cosa no e Corrado Alvaro è sicuramente un punto di riferimento in cui credere fortemente».