Due dei fatti più gravi che hanno sconvolto il Tirreno cosentino negli ultimi tempi potrebbero essere a una svolta. Questa mattina, il Gip del tribunale di Catanzaro, Antonella De Simone, ha autorizzato l'arresto di cinque persone, quattro delle quali, finite in carcere, sono accusate di essere coinvolte nella sparatoria in cui rimase gravemente ferito Hakim Dezaz, oggi 39 anni, mentre nel giugno di un anno fa lavorava come buttafuori in un locale notturno di Belvedere Marittimo. Le accuse, a vario titolo, vanno dalle lesioni personali all'associazione a delinquere di stampo mafioso. Altresì, risultano indagate altre tre persone, a piede libero, per favoreggiamento.

La quinta persona arrestata, per cui è stata applicata la misura cautelare della detenzione domiciliare, è accusata di aver minacciato tre carabinieri. Secondo gli investigatori, potrebbe essere lui l'autore (insieme a una persona non ancora identificata) degli spari contro un giovane maresciallo, all'epoca dei fatti in servizio alla caserma dei carabinieri di Cetraro. Era il 13 marzo di un anno fa. Tutti i cittadini sono innocenti fino a condanna definitiva.

La vicenda

La notte tra il 25 e il 26 giugno del 2021, Hakim Dezaz, buttafuori in servizio in un locale notturno sul lungomare di Belvedere Marittimo, fu raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco dopo una lite con alcuni clienti che non avrebbero voluto pagare il conto. Dezaz, ferito e sanguinante a terra, fu poi pestato da altre persone alla presenza di decine di testimoni. Il giovane di origini marocchine, residente in Italia da quasi venti anni, fu immediatamente soccorso dai sanitari, scampando miracolosamente alla morte. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sul buttafuori si sarebbe accanita la furia di oltre quindici soggetti.

«Non sai chi sono io»

Dalla ricostruzione effettuata dalla Dda di Catanzaro, la lite sarebbe scoppiata quando Hakim Dezaz avrebbe rifiutato di chiedere scusa a un componente del gruppo criminale che stava consumando le bevande all'interno del locale notturno senza pagare. In quei frangenti, uno degli indagati avrebbe pronunciato la frase, «Non sai chi sono io», stringendo poi le mani intorno al collo dell'addetto alla sicurezza per costringerlo a chiedere scusa. Al rifiuto del buttafuori di sottostare al sopruso, un altro uomo della comitiva, avrebbe estratto la pistola dalla tasca dei pantaloni ed esploso il colpo senza pietà, gambizzando il 38enne marocchino. L'uomo con la pistola avrebbe poi «tentato più volte di sparare al volto, senza riuscirvi a causa dell'inceppamento dell'arma e nonostante i vari tentativi di sbloccarla». Secondo gli investigatori, inoltre, i soggetti coinvolti nella lite «si arrogavano il diritto di consumare gratuitamente, considerando una “mancanza di rispetto" ogni protesta o legittima richiesta di adempimento».

Il presunto favoreggiamento

Ad altre tre persone, indagate a piede libero, gli investigatori contestano il reato 378 del codice penale, ossia il favoreggiamento. In qualità di persona informate sui fatti, escusse in diverse occasioni, avrebbero aiutato alcuni degli odierni indagati e altre persone in corso di identificazione «a eludere le investigazioni mantenendo un comportamento omertoso e reticente e omettendo di riferire i fatti di cui erano a conoscenza».

Gli spari contro l'auto del maresciallo

L'uomo a cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari è di Cetraro e già noto alle forze dell'ordine. Nel marzo del 2021 avrebbe minacciato due carabinieri in servizio che stavano eseguendo un controllo su strada. «Ma che sono 'ste pagliacciate - avrebbe detto il cetrarese ai militari -?! Voi nuova generazione a Cetraro state sbagliando, non vi sapete comportare!». Secondo la ricostruzione, l'uomo avrebbe proferito tali parole per costringere i due carabinieri a omettere il controllo di polizia e il deferimento all'autorità giudiziaria. Ma, sempre secondo gli investigatori, l'uomo, in concorso con un altro soggetto in corso di identificazione, potrebbe essere anche l'autore degli spari contro l'auto privata di un giovane maresciallo all'epoca dei fatti in servizio alla stazione di Cetraro. La sparatoria si verificò il 13 marzo 2021.