VIDEO E FOTOGALLERY | L’iniziativa promossa da Cgil e Uil ha visto l’adesione di 60 Comuni e delle formazioni politiche che si oppongono alla riforma. Sono circa 2.000 i manifestanti che stanno sfilando nel capoluogo bruzio
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Almeno in duemila stanno sfilando nelle vie del centro di Cosenza contro l’autonomia differenziata, la riforma promossa dal ministro Calderoli per ampliare i poteri delle Regioni. La manifestazione, promossa dalle segreterie locali di Cgil e Uil registra l’adesione di una sessantina di Comuni, rappresentati anche dai gonfaloni, oltre che dagli amministratori, di partiti politici tra cui il Partito Democratico, Cinquestelle, Italia del Meridione, Sinistra Italiana e Partito Comunista, e poi numerosi movimenti e associazioni, tra cui il Coordinamento Democrazia Costituzionale, Libera, l’Associazione Dossetti, l’Auser.
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Il vescovo Checchinato: «Sono qui da sacerdote per invocare l'uguaglianza»
Segnalata inoltre la presenza di Agazio Loiero, ex presidente della Regione e ministro per gli Affari Regionali ai tempi della riforma del Titolo V nel 2001. Il corteo è partita da Piazza Loreto per approdare, attraverso Piazza Bilotti e Viale degli Alimena, verso via Tocci nei pressi della sede di ConfindustriaQui, dopo il saluto del sindaco di Cosenza Franz Caruso, ha preso la parola anche l'arcivescovo di Cosenza-Bisignano Mons. Giovanni Checchinato: «Sono qui da sacerdote per invocare l'uguaglianza sociale di tutti gli individui. E la mia contrarietà ad una riforma che va invece nella direzione opposta». Nel merito anche il vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana con delega al Mezzogiorno, Mons. Francesco Savino, già da tempo aveva assunto una analoga posizione. Presenti i segretari regionali di Cgil e Uil, Angelo Sposato e Santo Biondo.
Le dichiarazioni dei segretari regionali della Uil Santo Biondo e della Cgil Angelo Sposato
Dalla piazza si denuncia la frammentazione eccessiva delle competenze normative e amministrative, la debolezza degli interventi perequativi, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del sistema sanitario e la scomposizione, oltre che della stessa sanità pubblica, anche di quello scolastico e del tessuto industriale ed energetico. «Questa mattina, da Cosenza parte una forte presa di resistenza da parte della Calabria nei confronti di un progetto che, se realizzato, va a spaccare il Paese. Chiediamo alla Regione di rivedere la propria posizione perché è un progetto destabilizzante - ha detto tra l’altro Santo Biondo a margine della manifestazione, una delle prima mobilitazioni sul tema organizzate nel Mezzogiorno. «Non è il momento di differenziare - ha sostenuto ancora il segretario della Uil - ma di ridurre le disuguaglianze nella sanità, nelle politiche sociali e nella mobilità».
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Secondo Angelo Sposato la riforma Calderoli è «un tentativo di mettere mano alla Costituzione che non convince. Questo tema riguarda la democrazia: dobbiamo mettere al centro del nostro agire la persona. Il Mezzogiorno – ha poi denunciato l’esponente della Cgil - è sparito dall’agenda del Governo. Abbiamo bisogno di politiche di sviluppo serie – ha concluso - che mettano in moto tutto il sistema economico, con piani di investimento concreti».