Impaurito e frastornato per la violenza che aveva subito poco prima, si sarebbe rivolto al suo parroco che invece di aiutarlo gli avrebbe consigliato di non dire nulla ai suoi genitori, negando poi davanti magistrati di avere mai saputo della vicenda. È quanto emerge leggendo l’ordinanza di custodia cautelare con la quale, il 9 marzo scorso, i carabinieri di Cittanova hanno arrestato un 53enne, accusato dalla procura di Palmi di violenza sessuale aggravata in danno di un minorenne.

 

Una vicenda che nasce all’interno del comitato San Gerolamo nel quale l’uomo avrebbe adescato il 16enne, affetto da una lieve forma di autismo. I fatti sono stati denunciati del padre del minore che ha raccontato quanto appreso dal figlio, della violenza e dello strano atteggiamento assunto nella vicenda da don Giuseppe Borelli.

 

«Mi ha detto mio figlio – spiega il padre agli investigatori – che il parroco gli ha detto di andare a casa che si sarebbe occupato della cosa; mio figlio chiedeva al parroco se poteva raccontare l’accaduto a noi genitori e lui, sempre a detta di mio figlio, gli diceva di non raccontare nulla a nessuno…».

 

«Ho saputo e mi sto facendo un’idea molto seria – ha dichiarato il vescovo della diocesi di Oppido mamertina-Palmi Francesco Milito – in base a come la vicenda è stata riportata dalla stampa. Tutto quello che riguarda l’indagine penale farà il proprio corso e non entro nel merito, noi come chiesa abbiamo le nostre forme e le nostre procedure e le ho già attivate, ma più di questo al momento è meglio non dire perché siamo solo all’inizio della vicenda».

 

Un’idea sull'accaduto se la sono fatta i carabinieri e la procura di Palmi. Gli inquirenti infatti, dopo la denuncia, hanno interrogato alcuni compagni del 16enne, presenti la sera della presunta violenza nel comitato San Girolamo. I ragazzi avrebbero confermato lo stato di shock in cui si trovava il loro amico e l’incontro avuto dal minore con il parroco.

 

«È opportuno anticipare – scrive il pm – che don Borelli, esaminato sul punto, negava di essere stato messo a conoscenza dei fatti e, anzi, incolpava il minore per non meglio precisati atteggiamenti strani (come per esempio fumare di nascosto)».

 

Un atteggiamento che costa, al parroco, un’iscrizione nel registro degli indagati per false informazioni rese al pubblico ministero. Accuse sospese fino alla pronuncia di primo grado. «Io ho già parlato con don Borelli. È  bene che la giustizia faccia il proprio corso e quando la verità nella sua interezza sarà acclarata noi non ci tireremo indietro».