È ancora avvolta dal mistero la tragica morte di Stefano Piperno, il 34enne di Nicotera il cui cadavere è stato ritrovato nella sua auto completamente distrutta dalle fiamme, in località “Britto” nei pressi del campo sportivo della frazione Preitoni. Molti gli interrogativi cui gli inquirenti cercano in queste ore di dare una risposta. La scomparsa del giovane era stata denunciata ieri mattina ai carabinieri della locale Stazione dai genitori, una coppia di insegnati del luogo, che ne avevano perso le tracce fin dalle 15.30 di martedì, quando il 34enne aveva lasciato la sua abitazione per recarsi a lavoro, in un centro di accoglienza per stranieri dove si occupava di alfabetizzazione dei migranti. In quel centro Stefano non è mai arrivato. Il giorno dopo, intorno alle 14.40 la segnalazione del ritrovamento di un’auto bruciata alla centrale operativa dei Vigili del fuoco di Vibo valentia. Quindi la macabra scoperta. Il corpo del giovane insegnante, devastato dalle fiamme, trovato sul sedile inclinato del lato passeggero della sua Fiat Punto grigia.

Nel tentativo di ricostruire l’accaduto i carabinieri della Compagnia di Tropea hanno già ascoltato i familiari ed una donna di nazionalità rumena con la quale Piperno avrebbe avuto un appuntamento il giorno della scomparsa è stata ascoltata più volte ieri e anche nella mattinata di oggi. Dunque cosa è avvenuto in località Britto? Piperno vi è arrivato da solo a bordo della sua auto o era in compagnia di qualcuno? Ha deciso di compiere un gesto estremo o è stato ucciso? Quanto tempo è passato dal rogo che ha avvolto l’auto fino al suo ritrovamento? E, soprattutto, chi è stato ad appiccarlo? Domande alle quali tenteranno di dare una risposta i rilievi effettuati nel luogo della tragedia e l’autopsia affidata al medico legale Katiuscia Bisogni nell’ambito delle indagini coordinate dal pm Filomena Aliberti. Nella biografia della vittima nessun elemento utile a spiegare l’accaduto, e anche quello stato depressivo che in passato lo aveva pervaso viene ora descritto come completamente superato da chi conosceva bene quel ragazzo che, dopo qualche anno di precariato, aveva trovato nell’insegnamento agli stranieri serenità e appagamento.

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