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Secondo l'indagine "Nerone" non si sarebbe fatto alcuna remora ad appiccare il fuoco lì dove c'erano donne e bambini per un motivo banalissimo. A quanto pare, però, il boss Antonino Labate prova vergogna a mostrarsi davanti alle telecamere. Lo dimostra la sua uscita dalla questura di Reggio Calabria, fatta coprendosi totalmente il volto e senza mostrare quella spavalderia che molti suoi co-affiliati hanno messo in evidenza nel corso degli anni. Forte con i deboli, il boss Labate, come nelle peggiori tradizioni mafiose. Ma infastidito da telecamere e giornalisti, da cui scappa coprendosi integralmente, prima di finire il suo tragitto nel carcere di Reggio Calabria. Emblema di quella 'ndrangheta che, tolte le armi, la violenza e la sopraffazione, è fatta solo di piccoli uomini che si vergognano di mostrarsi nel momento in cui lo Stato li ha resi inoffensivi. Quello stesso Stato che ha accompaganto Labate, con il dovuto rispetto umano, verso la sua cella.
Consolato Minniti