In una relazione il reparto fa luce sulla natura dell’intervento con il quale è stato soccorso il piccolo Elia, arrivato nella struttura sanitaria subito dopo il parto in casa
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Per fare chiarezza» rispetto alla scomparsa del neonato nato prematuro in casa, a Trebisacce, e dopo la visita all’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano Rossano, l’Unità operativa complessa di Pediatria ha spiegato quanto accaduto, dopo un’indagine interna, ai vertici dell’Asp di Cosenza. E ricostruito l’intera vicenda, sottolineando come i genitori del piccolo Elia abbiano «rifiutato il ricovero».
Quel che risulta al reparto di Pediatria del Compagna è che «il giorno 29 gennaio 2025 intorno alle ore 4,10 nasceva a domicilio il piccolo Elia, assistito da 2 ostetriche», «nonostante il parto sia avvenuto prematuramente, a 35 settimane di età gestazionale e 4 giorni».
Intorno alle 9 dello stesso giorno i genitori del piccolo Elia si recano all’ospedale di Corigliano, pare direttamente in reparto senza passare dal pronto soccorso, «per comparsa di gemito espiratorio».
«Il pediatra neonatologo di guardia – è spiegato – visitando Elia ha effettivamente riscontrato il problema respiratorio e secondo le buone prassi ed i protocolli di assistenza neonatale ha proceduto subito alla stabilizzazione delle vie aree, assistendo il piccolo con ventilazione non invasiva in nasal Cpap».
«Successivamente ha prescritto il recupero per la necessità di accertamenti (essenzialmente la necessità di escludere e comprendere lo stato metabolico e gli scambi respiratori del neonato). La madre, che nel frattempo si è qualificata come collega medico, ha però di sua iniziativa tolto le nasocannule al piccolo adducendo come motivazione che Elia era irrequieto e non le sopportava, assistendolo poi in modo inadeguato. La stessa, quando le è stato prospettato il ricovero con la necessità di prelievi, fleboclisi e la possibilità di terapia antibiotica, dopo aver consultata col marito ha rifiutato il ricovero, nonostante le era stato spiegato che alla base del distress respiratorio poteva anche esserci una infezione (tra l’altro il tampone vagino-rettale materno non era stato eseguito a causa del parto pretermine)».
E proprio mentre i due genitori «firmavano il verbale del pronto soccorso per il rifiuto del ricovero» gli è stato ricordato – sempre secondo la ricostruzione della direzione ospedaliera – «che urgeva ricovero a maggior ragione se si verificava peggioramento o mancanza di risoluzione del problema respiratorio. La mattina dopo si è appreso dai carabinieri che il piccolo è deceduto a domicilio».
Sul caso sta indagando la Procura della Repubblica del tribunale di Castrovillari ma al momento non sembrano essere giunti avvisi di garanzia.