È quanto ha sostenuto il vicecapo della polizia Rizzi presentando l'annuale relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga: «Fa capire quanto sia centrale il ruolo della ‘ndrangheta nel narcotraffico»
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«Nel 2020, a conferma di un trend già iniziato l’anno prima, i sequestri di cocaina hanno fatto segnare un record. E il fatto che il 45% di questi sequestri sia avvenuto nel porto di Gioia Tauro fa capire quanto sia centrale il ruolo della ‘ndrangheta nel narcotraffico». Lo ha affermato il vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, nel corso della presentazione della Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga. «La ‘ndrangheta – ha ricordato Rizzi – è presente in 32 paesi del mondo e puo’ essere forse considerato il principale player a livello internazionale. Non si tratta di una minaccia locale o nazionale ma globale, e globale è l’attacco che dobbiamo portare all’organizzazione».
Il vicecapo della Polizia ha sottolineato come la pandemia abbia «inevitabilmente cambiato, almeno nella prima parte del 2020, le logiche del narcotraffico, incidendo sulle rotte, sulle modalità di importazione, sulle tempistiche, con una sorta di ‘stop and go’ che all’iniziale contrazione dei traffici ha fatto seguire un aumento dei volumi di ‘merce’ immessa sui mercati».
«È probabile – ha concluso Rizzi – che l’effetto Covid abbia condizionato anche il fenomeno delle morti per overdose: il loro numero complessivo è fortunatamente calato ma alla diminuzione delle morti per overdose da eroina ha corrisposto un aumento delle morti per overdose da metadone, frutto probabilmente della necessità di cercare in un surrogato l’alternativa alla sostanza di elezione».