VIDEO | Alcuni cittadini stamani hanno segnalato e filmato la presenza di ratti nella hall del nosocomio. Intanto i pronto soccorso sono al collasso: più di 10 ore per dare risposte ai pazienti. Il sindaco Stasi: «Pronti ad aprire una vertenza istituzionale»
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E alla fine arrivarono anche i topi. Che la situazione dei due ospedali spoke di Corigliano-Rossano, il “Compagna” ed il “Giannettasio” (le uniche strutture sanitarie operanti in tutta la Sibaritide), fosse allarmante lo avevamo detto più volte. Che si perseverasse nel disastro lo sapevamo anche. E lo sanno principalmente quei pochi medici che rimangono eroicamente a lavorare nei due nosocomi e i cittadini che, altrettanto eroicamente, sono costretti a cercare cure in luoghi in cui nessuno, nemmeno lo stesso personale, sa di avere gli strumenti idonei per intervenire.
C’è poi – come dicevamo in premessa – una questione igienico-sanitaria che riesplode. Stamattina in una delle due strutture (quella del Compagna) sono spuntati i ratti. Un topolino in cerca di una via di fuga si dimenava tra la hall e gli ascensori del presidio, tra lo sguardo incredulo, attonito e anche un po’ incazzato degli utenti che in quel momento erano li in attesa.
Il primario Straface: «La situazione è drammatica»
«Certamente esiste una situazione di criticità, anzi quasi di dramma per la condizione dei pronto soccorso nell’area della sibaritide». Sono le parole di Natale Straface, direttore dell’Unità operativa di Pronto soccorso dello Spoke di Corigliano-Rossano. «Abbiamo problemi insiti al Ps ma anche di contesto. Stiamo facendo tanti sforzi a reperire medici, a cercare infermieri, però con una carenza di servizi su due presidi, come la Tac che funziona a singhiozzo, come possono essere i servizi emotrasfusionali e di laboratorio analisi, ma soprattutto con questa carenza di posti letto, si mette tutto a rischio ed in serio pericolo quella che è l’attività del Pronto soccorso di per se». Ha un atteggiamento dimesso Straface, carico di delusione. E non è da lui, perché chi lo conosce sa anche il suo carattere forte nell’affrontare alcune questioni. In questo caso, però, pare siano finite tutte le energie. Non lo conferma, non lo dice ma evidentemente le centinaia di segnalazioni e richieste d’aiuto fatte partire finora dal Pronto soccorso di Corigliano-Rossano e dirette al management sanitario sono tutte cadute nel vuoto. Prova ne è che ci sono due strutture ospedaliere in continuo e totale affanno.
Senza posti letto e attese di oltre dieci ore
«Il 118 garantisce un ottimo servizio – precisa Straface – però poi non abbiamo la possibilità di ricoverare i pazienti per la carenza di posti letto». E questo è confermato dal fatto che ancora stamattina nelle corsie del pronto soccorso di Rossano c’erano pazienti con femori rotti e con pregresse condizioni di salute precarie, parcheggiati nei corridoi da oltre 10 ore in attesa di sistemazione.
A questo punto, però, si apre un altro grande spaccato della sanità nell’alto Jonio calabrese. Che prende origini all’indomani del primo piano di rientro dal debito sanitario varato dall’allora governo regionale a guida Scopelliti. Per la Sibaritide fu una vera e propria sciagura con la chiusura di ben due ospedali (quelli di Cariati e Trebisacce), la suddivisione cervellotica di Corigliano e Rossano in due distretti e la drastica riduzione di posti letto. Tutto questo con una promessa: la realizzazione di un nuovo grande ospedale… di cui al momento ci sono solo oltre due chilometri di recinzione in cemento armato e la grande buca delle fondamenta. Quando verrà realizzato? In data da destinarsi. Intanto qui si continua a vivere di mala sanità, di ospedali allo stento dove i topi ci ballano dentro.