C’è un nuovo collaboratore di giustizia a Gioia Tauro. Si tratta di Francesco Trunfio, considerato affiliato al clan Piromalli di Gioia Tauro. L’ufficialità si è avuta nel corso del processo nato dall’inchiesta “Spazio di libertà”, procedimento nel quale sono coinvolti i presunti fiancheggiatori della latitanza dei due boss Giuseppe Crea di Rizziconi e Giuseppe Ferraro di Oppido Mamertina.

 

Nel corso dell’ultima udienza, il pm della Procura antimafia di Reggio Calabria Francesco Ponzetta ha chiesto ai giudici del collegio del tribunale di Palmi, davanti al quale si sta celebrando il processo, l’acquisizione dei verbali di Trunfio. Non è ancora stato svelato il contenuto dei verbali, ma nei prossimi giorni si dovrebbe sapere di più sui primi scampoli di collaborazione del giovane gioiese.

 

Trunfio non è un elemento di vertice del clan Piromalli, ma conosce comunque dinamiche e i nomi dei componenti di una delle cosche più pericolose della ‘ndrangheta. Il gioiese sta scontando una condanna a 14 anni e 8 mesi di carcere che gli è stata inferta nel primo grado del procedimento “Provvidenza”, operazione della Dda reggina contro la cosca Piromalli. Proprio mentre si trovava in carcere è stato raggiunto da una nuova misura cautelare per il tentato omicidio di Vincenzo Saverino. E dalla lettura di alcune intercettazioni confluite nelle carte di “Provvidenza”, gli inquirenti riuscirono a ricostruire la dinamica dell’accoltellamento di Trunfio a Saverino. Uno scontro, quello tra i due giovani di Gioia Tauro, che avrebbe innescato una serie di fibrillazioni tutte interne alla cosca Piromalli. Da quelle intercettazioni, infatti, gli investigatori scoprirono la mediazione che Girolamo Mazzaferro, elemento di vertice del clan della città del porto, e del sinopolese Carmine Alvaro classe ’69.

 

La collaborazione di Trunfio è solo l’ultima di una lunga serie di defezioni nelle cosche di Gioia Tauro. Da Arcangelo Furfaro a Marcello Fondacaro; da Antonio Russo a Pietro Mesiani Mazzacuva e altri ancora hanno inferto colpi durissimi alle ‘ndrine della città del porto.