Arriva un secondo pentito fra le fila della ‘ndrangheta vibonese dopo il personaggio di Vibo Valentia di cui abbiamo dato ieri notizia in esclusiva. E questa volta il nominativo è stato fatto direttamente in aula in Corte d’Appello a Catanzaro dal pm della Dda, Annamaria Frustaci, nel processo di secondo grado per l’operazione “Black money” contro il clan Mancuso. Si tratta di Giuseppe Comito, 43 anni, di Vibo Marinacondannato in via definitiva a 30 anni di reclusione nel processo “Gringia” per concorso nell’omicidio di Francesco Scrugli, ucciso nel quartiere Pennello a Vibo Marina nel marzo 2012 dal clan Patania di Stefanaconi, e per il ferimento nella stessa occasione di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato. Il clan Patania era impegnato all’epoca in una guerra di mafia contro il clan dei Piscopisani.

 

L’acquisizione dei verbali del nuovo collaboratore di giustizia sono stati chiesti nel pomeriggio dal pm Annamaria Frustaci per rafforzare l’accusa nei confronti dell’imputato Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, nei cui confronti la pubblica accusa ha chiesto 18 anni di carcere per associazione mafiosa e che in primo grado in Tribunale a Vibo è stato assolto. La Corte d’Appello, tuttavia, non ha ammesso i nuovi verbali di Giuseppe Comito. Di lui aveva parlato, da ultimo, il collaboratore di giustizia Nicola Figliuzzi il quale aveva confermato che nell’agguato a Vibo Marina in cui nel marzo del 2012 a Vibo Marina ha perso la vita Francesco Scrugli, “dovevano morire pure Battaglia e Moscato. A dirci dove trovare gli obiettivi dei Patania erano stati – aveva dichiarato Figliuzzi – Francesco Alessandria e Giuseppe Comito, grazie ad un programma informatico Bartolotta”.

 

Dopo il collaboratore di giustizia di Vibo Valentia che aveva assunto un ruolo importante in città nella fase successiva al pentimento di Andrea Mantella, arriva quindi ora un altro collaboratore: Giuseppe Comito, alias “Peppe Canna”, le cui dichiarazioni potrebbero assestare un duro colpo ai clan del Vibonese ed aiutare a far luce sugli affari e le strategie criminali delle cosche locali.