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Contemporaneamente all'arresto, in Lombardia, di 39 persone ritenute responsabili di aver fatto parte dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, i ros di Reggio Calabria eseguivano un ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone tra cui il capo della "locale"di Giffone (Reggio Calabria) Giuseppe Larosa.
Gli arresti scaturiscono da un'inchiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, a capo della Direzione distrettuale antimafia della procura di Milano, e dei pm Paolo Storari e Francesca Celle.
Tra gli arrestati emerge la figura di Larosa Giuseppe, classe 1965, anche inteso Peppe la mucca, in possesso della dote di Mammasantissima, con ruolo di vertice della ‘ndrangheta e, in particolare, dell’articolazione territoriale riferibile alla Locale di Giffone, alla quale sono subordinate, come documentato dalle indagini di Milano, le Locali individuate nella Brianza comasca di Cermenate e Fino Mornasco, e quella di Calolziocorte nel lecchese, nonché altre Locali ancora non meglio individuate.
Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, documentano anche che il Larosa è collegato con altre strutture ‘ndranghetistiche calabresi, quali la Locale di Fabrizia (VV) e con la dipendente Società di Frauenfeld (Svizzera). Infatti, risulta aver partecipato anche a cerimonie di conferimento di doti e di cariche di ‘ndrangheta ad appartenenti al citato sodalizio mafioso vibonese.
Sempre dalle indagini emergono altri particolari rilevanti come il ruolo decisionale rivestito dallo stesso Larosa nell'ambito della Locale di Giffone. Peppe La mucca, così come era soprannominato, si occupava di curare stabilmente i rapporti con i partecipi delle Locali lombarde,impartiva direttive agli affiliati,deliberava le modalità e l’entità della partecipazione.