Lo avevamo anticipato. Le carte dell’inchiesta Hybris che ieri ha disarticolato le cosche della piano Piromalli e Molè, non sono passate inosservate. Sono diventate l’oggetto della discussione portata in aula dal procuratore generale Giuseppe Lombardo durante quella che doveva essere l’ultima udienza del processo ‘Ndrangheta stragista.

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Come previsto, però, la sentenza è slittata al 23 marzo. Il tutto dopo che il pm ha letto in aula l’intercettazione tra Ferraro e Adornato che, da esponenti delle cosche, riprendevano proprio il ruolo che la ‘ndrangheta avrebbe avuto nelle stragi degli anni ’90. Non solo, fondamentale è diventato lo spaccato elaborato nell’inchiesta per supportare la tesi del pm e replicare alle difese circa l’attendibilità dei pentiti: «Questa conversazione avviene tra due ‘ndranghetisti che non sanno di essere intercettati», ha detto Lombardo ribadendo come, in realtà, stessero confermando la tesi portata in aula dai collaboratori di giustizia.

La Corte dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha deciso di acquisire il nuovo materiale. Un’intercettazione telefonica tra i due di circa 30 minuti che sarà consegnata alle difese. Il processo riprenderà il 13 marzo e la difesa si potrà esprimere sulla richiesta avanzata dal procuratore generale di un'ulteriore rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale.