Il denaro veniva ripulito anche attraverso trasmissioni televisive dedicate alle previsioni dei numeri del lotto. Il sistema scoperto dai carabinieri di Brescia. Sequestrati beni per 25 milioni di euro
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Un sistema di riciclaggio di denaro, anche attraverso trasmissioni televisive dedicate alle previsioni dei numeri del lotto, è stato scoperto dai Carabinieri di Brescia. Dalle prime ore della mattina, in tutto il territorio nazionale, 150 carabinieri del Comando provinciale stanno eseguendo una misura cautelare nei confronti di numerose persone ritenute responsabili di «associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro di provenienza illecita, ricavato per il tramite di trasmissioni televisive specializzate nella previsione dei numeri del lotto, con l'aggravante di aver agevolato l'attività della 'ndrangheta». Contestualmente i militari stanno eseguendo anche misure patrimoniali con il sequestro di beni per un ammontare complessivo di 25 milioni di euro.
L'inchiesta interessa le province di Brescia, Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari e Torino. Coinvolte una ventina di persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al «trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti», con l'aggravante - per alcuni - di aver tenuto la condotta «al fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose».
L'articolata indagine, avviata nell'agosto del 2017 e consistita in attività d'intercettazione e analisi tabulati telefonici, oltre a perquisizioni e pedinamenti, ha accertato che il riferimento al vertice dell'organizzazione è Francesco Mura, un imprenditore italiano, pregiudicato, residente nel bresciano, che utilizzava le proprie imprese televisive operanti in ambito locale e nazionale attraverso trasmissioni per le previsioni delle estrazioni del lotto. L'uomo era il collettore di ingenti risorse economiche, frutto anche di attività illecite, che provvedeva a riciclare attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, reimmettendole nel tessuto economico legale. Tale sistema, garantendo l'evasione fiscale e la disponibilità di somme contanti sottratte al fisco, favoriva oltre che lo stesso soggetto anche esponenti di spicco della 'ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco (Milano), rispetto alla quale, pur non risultando affiliato, può considerarsi contiguo. Da qui la contestazione dell'aggravante di agevolare l'attività delle associazioni mafiose.