Sentenza in abbreviato dinanzi al gup distrettuale per le cosche Iannazzo, Da Ponte e Cannizzaro
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Sei assoluzioni e 33 condanne di cui tre all’ergastolo. Questa la sentenza del gup distrettuale di Catanzaro nel processo nato dall’operazione antimafia “Andromeda” contro i clan Iannazzo, Cannizzaro e Da Ponte di Lamezia Terme e Sambiase.
La pena del carcere a vita è stata inflitta dal gup ai fratelli Alfredo e Bruno Gagliardi e Angelo Anzalone. Quindi 30 anni di reclusione per Vincenzo Torcasio, alias “Giappone”, mentre a 14 anni di carcere a testa sono stati condannati Tonino Davoli, 14 anni di carcere, Santo Iannazzo, Giovannino Iannazzo, Emanuele Iannazzo e Gino Da Ponte. Vincenzino Iannazzo, alias “Il Moretto”, ritenuto al vertice dell’omonimo clan è stato condannato a 18 anni di reclusione, mentre 14 anni ed 8 mesi a testa è la pena per Pietro Iannazzo e Antonio Provenzano.
Queste le altre condanne:Francesco Iannazzo, 12 anni; Domenico Antonio Cannizzaro, 12 anni; Francesco Mascaro 10 anni; Claudio Scardamaglia, 11 anni e 4 mesi; Antonello Cannizzaro, 8 anni; Domenico Cannizzaro, 8 anni; Mario Chieffallo, 8 anni; Antonio Chieffallo, 8 anni; Peppino Da Ponte, 8 anni; Francesco Pontieri, 8 anni; Adriano Sesto, 8 anni; Pasquale Lupia, 8 anni; Gregorio Scalise, 8 anni; Vincenzo Giampà 8 anni e 8 mesi; Gennaro Pulice (collaboratore di giustizia) 8 anni; Antonio Muraca, 4 anni e 8 mesi; Pietropaolo Stranges, 4 anni; Matteo Vescio, 4 anni e 8 mesi; Angelo Provenzano, 1 anno e 6 mesi; Natalie Zingraff, 4 mesi (pena sospesa).
Assolti: Antonio Iannazzo, Vincenzino Lo Scavo, Peppino Buffone, Giuseppe Marrazzo, Antonio Liparota, Antonello Caruso.
L’operazione antimafia era scattata nel maggio del 2015 con il coordinamento della Dda di Catanzaro ed indagini sul campo affidate alla Squadra Mobile ed alla Guardia di Finanza Associazione mafiosa, omicidio, estorsione e traffico di armi i reati a vario titolo contestati. In particolare, l’operazione ha fatto luce sul delitto di Vincenzo Torcasio, ucciso a Lamezia Terme nel maggio 2003 da Gennaro Pulice, oggi passato nelle fila dei collaboratori di giustizia.