La ‘ndrangheta e la politica, in Calabria è record di Comuni sciolti

Nel 2017 commissariati 12 consigli comunali. “Esposti” a rischio di condizionamento mafioso anche altri soggetti istituzionali, come le aziende sanitarie
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di Redazione
28 aprile 2018
14:17

Le mani della 'ndrangheta sulla politica e sulle istituzioni calabresi. Anche i dati statistici ufficiali confermano la pervasività e il notevole grado di penetrazione delle 'ndrine nelle pubbliche amministrazioni della regione, al punto che nell'ultima relazione del ministero dell'Interno "sull'attività delle Commissioni per la gestione straordinaria degli enti sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso" certifica che nel 2017 la Calabria ha registrato il maggior numero di scioglimenti di Comuni.

I comuni calabresi sciolti nel 2017

Nel report si evidenzia che in tutto il Paese, nel 2017, sono stati sciolti complessivamente 21 Consigli comunali: con 12 Comuni "azzerati" per infiltrazioni della criminalità organizzata il record negativo spetta alla Calabria, seguita dalla Campania (4 scioglimenti), dalla Sicilia e dalla Puglia (2) e infine dalla Liguria (1).


Nell'elenco del Viminale i 12 Comuni sciolti in Calabria lo scorso anno sono Lamezia Terme, Sorbo San Basile (anche se in questi giorni una decisione della magistratura ha riabilitato gli amministratori), Cropani, Petronà in provincia di Catanzaro, Cassano Ionio in provincia di Cosenza, Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone, Canolo, Laureana di Borrello, Bova Marina, Gioia Tauro, Brancaleone, Marina di Gioiosa Jonica in provincia di Reggio Calabria.

 

In Calabria inoltre si riscontra anche il maggior numero di Comuni in cui nel 2017 hanno operato commissioni straordinarie dopo lo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose: in questo elenco la relazione del ministero dell'Interno comprende, oltre ai 12 Comuni azzerati lo scorso anno, anche i Comuni di Bovalino, Bagnara e Rizziconi in provincia di Reggio Calabria, Nardodipace, Tropea e Nicotera in provincia di Vibo Valentia. Ma non e' solo la relazione del Viminale a testimoniare la capacita' delle cosche di 'ndrangheta di condizionare l'attività politica e istituzionale in Calabria. Secondo la relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, presentata a fine febbraio, negli ultimi cinque anni sono stati sciolti nel Paese 70 Comuni, dei quali 33 nella sola Calabria.

 

Tra questi, risulta anche il primo Comune capoluogo di provincia "sciolto" in Italia per infiltrazioni mafiose, Reggio Calabria (2013), e il terzo Comune più popoloso della Calabria, Lamezia Terme, che tra l'altro nel 2017 ha subito il terzo scioglimento per infiltrazioni dopo i precedenti del 1991 e del 2002.

Il caso delle Asl commissariate

Oltre ai Comuni, in Calabria sono quotidianamente "esposti" a rischio di condizionamento mafioso anche altri soggetti istituzionali, come le aziende sanitarie: non è un caso se ci sono state nel recente passato alcune Asl sciolte per infiltrazioni delle cosche, quelle di Locri (2006) e di Vibo Valentia (2010).

La ‘ndrangheta al nord

Ma l'assalto della 'ndrangheta alle istituzioni ha superato persino i confini della Calabria, determinando anche il primo scioglimento per mafia di un Comune del Nord Italia (Bardonecchia, in Piemonte, nel 1995): sempre le infiltrazioni delle 'ndrine hanno poi causato l'azzeramento di altri Comuni di regioni non meridionali, come Nettuno (2005) e il centro che fu palcoscenico della "saga" di Giovanni Guareschi tra Peppone e don Camillo, Brescello (sciolto nel 2016).

Il “caso” Limbadi

Nell'ormai lontano 1983, all'indomani dell'elezione di un boss latitante, l'allora Capo dello Stato, Sandro Pertini, sciolse d'imperio il Comune di Limbadi (Vibo Valentia), "feudo" della potente cosca dei Mancuso e di recente tornato alla ribalta per l'uccisione del giovane Matteo Vinci rimasto ucciso da un’autobomba. Il Consiglio comunale di Limbadi, nella riunione del Consiglio dei ministri di giovedì scorso, è stato nuovamente sciolto per infiltrazioni mafiose assieme ad altri enti, in Calabria, Campania e Sicilia.

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