Beni per un valore stimato pari a diverse decine di migliaia di euro sono stati sequestrati, a seguito di indagini patrimoniali della Dda di Catanzaro, dagli uomini del Gruppo della Guardia di finanza di Crotone a un detenuto, Giuseppe Spagnolo, di 52 anni, ritenuto tra gli elementi di vertice della potente cosca di 'ndrangheta Farao-Marincola egemone sul territorio della cittadina di Cirò Marina ma con importanti ramificazioni nel nord-Italia, in Germania ed all’estero.

L'uomo è stato recentemente condannato in appello per associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Stige”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Le Fiamme gialle crotonesi hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dalla Sezione Seconda Penale - Misure di Prevenzione del Tribunale di Catanzaro, a firma del giudice estensore Arianna Roccia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese.

L’esecuzione del provvedimento di sequestro dei beni rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dalla Guardia di finanza di Crotone che ha permesso di ricostruire i beni patrimoniali e finanziari posti nella disponibilità, diretta e indiretta, tramite i suoi familiari, del boss, che sarebbero stati acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo (associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico disostanze stupefacenti, anche nella forma associata, ed estorsione) o, comunque, risultati sproporzionati rispetto al profilo reddituale dichiarato.

Gli accertamenti patrimoniali esperiti dai finanzieri sul conto dell'uomo e dell’intero nucleo familiare avrebbero consentito di svelare l’origine del patrimonio illecitamente accumulato. Con riferimento all’ultimo decennio, sono stati eseguiti accertamenti bancari, diretti a riscontrare l’origine delle provviste impiegate, procedendo altresì all’analisi dell’ingente documentazione contabile e societaria riferita a tutte le entitàgiuridiche coinvolte, al fine di ricostruire le operazioni sottese agli investimenti finanziari e imprenditorialicondotti dal detenuto anche tramite dei suoi familiari.

Complessivamente, in esecuzione del decreto emesso dal Tribunale di Catanzaro sono stati sottoposti a sequestro il 90% delle quote sociali di una s.a.s. (con sede a Cirò Marina ed operante della produzione dei prodotti dolciari), due ditte individuali (la prima con sede a Verona ed operante nel settore della ristorazione e la seconda aventesede legale a Cirò Marina ed esercente l’attività di procacciatori d’affari), disponibilità finanziarie presenti in diversi conti correnti e una polizza assicurativa.