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Beni per un valore di circa 5 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria - Gico di Catanzaro, coordinati dalla Procura del capoluogo, a Maurizio Tripodi, indicato come esponente di vertice della cosca mafiosa "Sia-Procopio-Tripodi", operante nell'area ionica soveratese (Soverato Superiore) e collegata alla cosca di 'ndrangheta dei Vallelunga di Serra San Bruno (Vibo Valentia).
Tripodi, già sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di 5 anni, il 10 maggio 2012 era stato arrestato nell'ambito dell'operazione denominata "Showdown" e successivamente condannato in primo grado a 12 anni e 6 mesi di reclusione, perché' ritenuto colpevole, tra l'altro, di associazione mafiosa. La condanna e' stata confermata in appello. Tripodi e' stato anche condannato in appello a 20 anni di reclusione per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Giuseppe Todaro, scomparso il 22 dicembre 2009 a Soverato (Catanzaro). Il delitto fu inquadrato nella "faida dei boschi" e sarebbe stato commesso da Tripodi in collaborazione con il defunto boss Vittorio Sia.
Le indagini patrimoniali condotte dalle fiamme gialle avrebbero evidenziato una netta sproporzione tra i beni risultati nell'effettiva disponibilita' dell'uomo, sebbene in larga parte formalmente intestati alla moglie e ai figli. Tripodi ha alternato, nel corso degli anni, l'attivita' di lavoratore dipendente di una ditta edile e quella di imprenditore agricolo, presentando dichiarazioni dei redditi del tutto incoerenti con l'ingente patrimonio posseduto. Al tempo stesso la moglie e' risultata solo formalmente titolare di una ditta operante nel commercio di carni e di quote di partecipazione in diverse societa', di fatto comunque considerate riconducibili a Tripodi, effettivo gestore delle attivita' economiche.
I beni sequestrati e confiscati sono quote societarie, due complessi aziendali, due automezzi, tre fabbricati, cinque terreni in provincia di Catanzaro, in particolare nei Comuni di Soverato, Satriano e Davoli.