NOMI | La pena più alta è di 10 anni e 8 mesi. Secondo l'accusa si tratta di persone vicine ad alcuni dei casati più noti della criminalità organizzata calabrese
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Il Gup del Tribunale di Bologna, Alberto Gamberini, ha condannato cinque persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il processo è scaturito dagli arresti del giugno 2020, quando i carabinieri nell'ambito dell'operazione 'Aquarius' catturarono nove persone non solo a Bologna, ma anche in Toscana, Sicilia, Lazio e Calabria, che secondo gli investigatori facevano parte di una associazione di calabresi attiva nell'importazione di rilevanti quantitativi di droga destinati al mercato emiliano e toscano, soprattutto cocaina, provenienti dal Sudamerica. Per i carabinieri si trattava di persone vicine "ad alcuni dei più noti casati della 'ndrangheta calabrese".
Al termine dell'udienza odierna, è caduta l'accusa di associazione a delinquere, con un'assoluzione per tutti perché il fatto non sussiste. La pena più alta è di 10 anni e 8 mesi, inflitta ad Annunziato Pangallo, considerato dall'accusa al vertice del gruppo, le altre condanne riguardano Francesco Tiano, 7 anni, Elia Stilo, 6 anni e 10 mesi, Emilio Tiano, 4 anni e 8 mesi e Massimo Mangano, 2 anni. Assolto, invece, Francesco Dangeli, assistito dall'avvocato Fausto Bruzzese, per non aver commesso il fatto. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili tra 90 giorni.