C’è un nuovo filone investigativo che mira a far luce sul sostegno elettorale del clan Mancuso in favore dell’allora presidente della giunta regionale calabrese, Giuseppe Scopelliti, candidato nel maggio del 2014 al Parlamento Europeo. La Dda di Catanzaro vuol vederci chiaro su tale fronte e per tale motivo ha aperto una nuova inchiesta – confluita in parte negli atti dell’indagine “Robin Hood” - sul procacciamento di voti per Giuseppe Scopelliti candidato alle Europee del 2014.

 

Intercettazioni ambientali e telefoniche avrebbero permesso agli inquirenti di ricostruire la fitta rete di rapporti, favori e patti elettorali che sarebbero stati stretti in occasione del rinnovo del Parlamento Europeo, con diversi personaggi (alcuni già al centro dell’inchiesta “Robin Hood”) che si sarebbero mossi all’ombra del potente clan Mancuso di Limbadi.

 

L’ipotesi investigativa. L’impegno del clan di Limbadi e Nicotera nel procacciamento di voti a sostegno della candidatura al Parlamento Europeo di Giuseppe Scopelliti, secondo l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe passata attraverso Vincenzo Spasari e Claudio Isola (entrambi indagati nell’inchiesta “Robin Hood”, il primo mandato dal Tribunale del Riesame agli arresti domiciliari, il secondo libero avendo il Tdl annullato l’ordinanza di custodia cautelare), ma anche attraverso l’avvocato Salvatore Campisi, legale del Comune di Nicotera (non indagato nell’inchiesta Robin Hood). Giuseppe Scopelliti, secondo le risultanze investigative, avrebbe inoltre goduto del sostegno elettorale dell’allora assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno, e del dirigente del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria Bruno Calvetta.

 

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Giuseppe Baglivo