Il capo del clan di Sant’Eufemia d’Aspromonte al 41 bis autorizzato ad acquistare un lettore cd e le cuffie (anche) per ragioni di studio e lavoro. Il caso nel Nord-Ovest, ecco la decisione della Cassazione
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Il boss al 41 bis può acquistare un lettore cd e ascoltare la musica che preferisce. La Corte di Cassazione ha dato ragione a un uomo detenuto in un istituto penitenziario del Nord-Ovest in regime di “carcere duro”, confermando una decisione del tribunale di sorveglianza di Torino e dichiarando "inammissibile" il ricorso presentato dal ministero della Giustizia.
Il caso riguarda Domenico Laurendi, 56 anni, originario di Sant'Eufemia di Aspromonte, conosciuto con il soprannome di "Rocchellina”, che nel 2024 è stato condannato in appello a 19 anni di reclusione nell'ambito del processo di 'ndrangheta originato dall'operazione Eyphemos della Dda di Reggio Calabria (diretta all'epoca dal magistrato Giovanni Bombardieri).
Il detenuto aveva chiesto di acquistare un apparecchio, con le relative cuffie, per ascoltare dei cd (alla musica aveva affiancato ragioni di studio e di lavoro). Il tribunale ha osservato che se il lettore è adeguatamente "piombato", e se i dischi sono regolarmente marchiati Siae e sigillati al momento della vendita, l'operazione - di cui si deve occupare l'impresa di mantenimento - è fattibile in quanto non ci sono rischi di manipolazione esterna.
Come precauzione ulteriore i giudici subalpini avevano ordinato anche controlli costanti sul dispositivo durante gli orari di consegna. Una vicenda analoga, in un carcere piemontese, ma con un altro detenuto al 41 bis, si era verificata nel 2022.