‘Ndrangheta, Gratteri: «I calabresi non sono omertosi, ma sfiduciati»

Il procuratore di Catanzaro intervenuto alla Festa del Fatto Quotidiano ha affrontato il tema della commistione tra mafia e politica: «I comuni sciolti aumenteranno ancora»

di Redazione
3 settembre 2018
10:41

«Non è vero che i calabresi sono omertosi, è che non hanno nessuno nelle istituzioni di cui fidarsi». Parole forti, significative, di grande fiducia nei confronti di una regione che lotta ogni giorno contro un cancro che, lentamente, la divora. Sono quelle espresse dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite della Festa del Fatto Quotidiano tenutasi ieri a Marina di Pietrasanta.


Come riporta il quotidiano diretto da Marco Travaglio, il magistrato, intervistato da Gianni Barbacetto e Maddalena Oliva, ha dato il meglio di sé sul tema “Mafia e (o è) politica”: «Arrestiamo dieci persone a settimana per mafia – ha dichiarato - e stiamo creando le condizioni giuste per rompere la cappa della ’ndrangheta. Un giorno alla settimana il mio ufficio è aperto ai cittadini: come fosse un consultorio. Dovreste vedere che fila: non è vero che i calabresi sono omertosi, è che non hanno nessuno nelle istituzioni di cui fidarsi».



Altro tema caldo è stato quello dello scioglimento delle amministrazioni per infiltrazioni mafiose, con la Calabria che nel solo 2008 ha registrato otto Comuni colpiti dal provvedimento: «E aumenteranno ancora – ha proseguito Gratteri -perché il rapporto tra mafie e politica è sempre più stretto: la ’ndrangheta sta sul territorio, la politica no».
Il procuratore ha poi sottolineato l’impermeabilità della criminalità calabrese rispetto alle altre mafie: «La ’ndrangheta ha regole serie che fa rispettare, con un inflessibile tribunale interno, ed è fatta da persone serie, che selezionano la loro classe dirigente con metodi ben più rigorosi di quelli della politica».


E sulle parole di Salvini che lo ha indicato come il Ministro della Giustizia “ideale” non ha dubbi: «Preferisco fare il procuratore a Catanzaro. È un lavoro bellissimo. Strappo centimetro per centimetro ogni giorno terreno alla ’ndrangheta, colpevolmente sottovalutata per anni. E ho imparato a capire quando una persona fa sul serio, e quando invece parla per il sondaggio del giorno dopo».


E, in chiusura, una battuta anche sull’altro tema del momento: «Non abbiamo un’emergenza immigrazione. Le nostre emergenze sono altre. Certo la ’ndrangheta ha capito che lì ci sono i soldi, e come ha dimostrato la nostra inchiesta sul centro Cara di Capo Rizzuto, prova a intrufolarsi. Ma io sono per una risposta europea al problema».

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