«La mafia del riciclaggio si nasconde dietro forme sempre più difficilmente individuabili». Così il vice presidente della Commissione parlamentare Antimafia e già procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, intervenuto a Roccella Jonica nel corso di un incontro pubblico sul tema del riciclaggio promosso promossa dall’associazione “Insieme si può...” presieduta da Francesco Minici in collaborazione con il sindacato di Polizia Siulp e dedicato alla memoria del penalista Antonio Mazzone, scomparso nel 2020.

«Il riciclaggio rappresenta la forma attraverso la quale le mafie per le ricchezze di cui dispongono riescono a reinvestire nell’economia legale le proprie capacità di denaro – ha aggiunto l’ex procuratore - La frontiera più avanzata è quella dei soggetti economici in crisi che vengono fagocitati dalla ‘ndrangheta e attraverso società a responsabilità limitata si muovono senza acquisirle. Solo attraverso le intercettazioni si riesce a comprendere il fenomeno. Le criptovalute? Questo è un campo nel quale è necessario che vi sia una cooperazione interistituzionale a livello globale».

Sull’argomento scelto, oggi di enorme attualità vista la rilevanza che riveste non solo in Italia ma anche sull’economia globale, sono intervenuti rappresentanti delle forze dell’ordine, avvocati, docenti e sindacalisti. Presente anche il procuratore ff della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. «L’Italia ha una legislazione anti riciclaggio molto evoluta ed è un modello a livello mondiale – ha espresso il magistrato reggino - in questo momento storico riteniamo che la ‘ndrangheta movimenti enormi capitali generando ricchezze di provenienza illecita imponenti. È chiaro che ci vuole un’attenzione molto alta, gli indicatori di mafiosità sono cambiati e bisogna investire nel contrasto al crimine finanziario, perché vengono collocati sul mercato capitali sporchi non legati ad attività locali».

Per Lombardo tutto ciò «rischia di influenzare le logiche di mercato e diventa un problema serio per la tenuta democratica degli Stati. Siamo attrezzati dal punto di vista normativo, abbiamo delle professionalità enormi tra magistratura e forze dell’ordine di altissimo profilo. Bisogna però integrare gli organici, dotarsi di tecnologie avanzate attraverso un’analisi non solo del web pubblico ma per andare più in profondità sulle piattaforme su cui si fanno determinate transazioni. È chiaro che le monete virtuali sono un problema e lì servono analisti preparati».