“C’era una finta tregua tra Andrea Mantella e Pantaleone Mancuso. Nel senso che Andrea Mantella e Pantaleone Mancuso… Lui, se c’era un lavoro a Vibo che lo andavano a trovare, gli diceva “Andate da Andrea Mantella, che Andrea Mantella è responsabile di Vibo”. Ma questi qua erano i classici giochetti che appena posso ti ammazzo. Dopo, Andrea Mantella, per metterlo alla prova, una volta gli ha cercato 15.000 euro. E questi 15.000 euro gli sono stati mandati da Pantaleone Mancuso alias “Scarpuni” tramite Michele Palumbo, dicendo che quando ce l’ha e gli cadono dalla tasca ha un pensiero con Luni. Quindi diciamo che il rapporto fintamente era buono. Poi, appena è stato arrestato Andrea Mantella ed è successa questa guerra (la faida tra i Patania e il clan dei Piscopisani, ndr) Pantaleone Mancuso ha preso in balzo la palla per ammazzare Francesco Scrugli e prendersi un’altra volta il potere”.


Davanti ai magistrati l’ex killer dei Piscopisani Raffaele Moscato contribuisce a riscrivere la storia della ‘ndrangheta a Vibo Valentia. Il suo amico Francesco Scrugli, il cui assassinio - il 21 marzo del 2012 – fu un momento cruciale della guerra di mafia, non fu fatto fuori solo perché ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio del boss di Stefanaconi Fortunato Patania, ma fu un agguato ordito da Pantaleone Mancuso alias “Scarpuni” per fare terra bruciata attorno ad Andrea Mantella, del quale Scrugli era il braccio destro.


Per Moscato, però, quel delitto sarebbe stato inutile. E così, prima che Mantella si pentisse, mise nero su bianco davanti ai pm di Catanzaro, nel settembre 2015: “Il capo di tutta la ‘ndrina di Vibo in ogni capo è sempre Andrea Mantella… Quando esce dal carcere comanderà sicuramente Andrea Mantella… Scrugli infatti aveva sulla coscienza una quindicina-venti omicidi, ma mai quanto quelli che ha sulla coscienza Andrea Mantella. Scrugli in proposito mi disse che Mantella era irragiungibile”.