Il collaboratore di giustizia, che di recente ha intrapreso un percorso spirituale, ha deciso di “saltare il fosso” nel 2018 recandosi dal luogotenente dei carabinieri Francesco Parisi. Oggi in aula ha raccontato le dinamiche delle cosche degli italiani e degli “zingari”
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Al processo ordinario di Reset è stato sentito Luciano Impieri, il pentito di 'ndrangheta di Cosenza, che collabora con la giustizia dal 2018. Un giorno decise di recarsi dal luogotenente Francesco Parisi, all'epoca comandante della caserma dei carabinieri di Cosenza Nord, per "saltare il fosso". Oggi Luciano Impieri ha intrapreso un percorso spirituale.
Impieri nel gruppo degli "zingari"
Luciano Impieri ha esordito facendo i nomi dei suoi "amici" di clan: «Eravamo io, Maurizio Rango, Ettore Sottile, Daniele Lamanna, Gennaro Presta d Cosimo Bevilacqua detto il Corvo. Mi occupavo di estorsioni. Ho iniziato a far parte della 'ndrangheta nel 2002 quando frequentavo Franco Bruzzese, Carlo Lamanna e Giovanni Abruzzese. Facevo la staffetta per gli assalti ai furgoni portavalori. Per questi fatti sono stato condannato in via definitiva. Dopo il 2004 ero diventato persona di fiducia nella discoteca gestita da Nella Serpa e Mario Attanasio. Poi nel 2006 sono stato arrestato per un tentato omicidio ai danni di Francesco Sbano».
Luciano Impieri, il momento dell'affiliazione alla 'ndrangheta
Luciano Impieri, entrando nel merito, ha affermato di aver fatto ingresso nel gruppo Rango-zingari nel 2009-2010, «quando Bruzzese arrivò in carcere a Cosenza. In quel momento le affiliazioni erano state bloccate, Franco disse a Michele Bruni se potevo ricevere il "merito", ovvero "picciotto" e "camorra". Fui battezzato da Franco Bruzzese e Maurizio Rango. C'erano Zungri, Albanese, Colacchio e Voce. La copiata era composta da Michele Bruni, Giovanni Abruzzese, Carlo Lamanna, Pasquale Arena e Paolo Lentini. Rango mi tirò il sangue in cella. Ricordo anche che Michele Bruni aveva deciso di inserire la data retroattiva nel 2006. Non so perchè fossero bloccate le affiliazioni».
Dopo il tentato omicidio di Paola, Luciano Impieri esce di carcere il 23 febbraio 2013. «Michele Di Puppo dalla finestra mi aveva detto di rivolgermi a Maurizio Rango in quanto meritavo qualcosa in più. Ho portato questa imbasciata, anche se Rango all'inizio uscì con le solite offese, dicendo che nessuno gli doveva dire quello che dovevamo fare».
I rapporti tra Maurizio Rango e Michele Di Puppo
«I rapporti criminali tra Maurizio Rango e Michele Di Puppo erano buoni, anche se Rango cercava i difetti anche quando non c'erano. Michele Di Puppo aveva un suo gruppo, la sua persona di fiducia era Alberto Superbo. C'erano anche Umberto Di Puppo, Giovanni che non stava tanto bene, Francesco De Luca, degli altri non ricordo i nomi. Alberto Superbo lo conosco da tantissimo tempo, ovvero da quando aveva il motorino che guidava senza patente. Queste persone le conoscevo per la mia attività professionale di parrucchiere. Di Puppo era benevolo con me perchè sapevo farmi il carcere, anche perchè mi conosceva da ragazzino», ha aggiunto Impieri.
(Continua a leggere il resoconto dell'udienza su CosenzaChannel.it)