Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sabato scorso, ha messo la firma sul decreto che dispone il 41 bis a Leonardo "Nino" Abbruzzese, ritenuto uno dei vertici della cosca degli "zingari" di Cassano Ionio.

L'uomo, già imputato nel processo "Athena", è accusato di associazione mafiosa in qualità di promotore e organizzatore «in quanto dotato di autonomia decisionale nelle strategie illecite della cosca, in particolare per la commissione dei reati di natura estorsiva, alter ego del fratello Nicola Abbruzzese detto "Semiasse" e sostituto di quest'ultimo quale referente principale dell'associazione».

"Nino" Abbruzzese risponde anche di reati fine, quali presunte estorsioni commesse in danno di imprenditori della Sibaritide, nonché di associazione a delinquere dedita al narcotraffico quale presunto partecipe, «col compito di veicolare le disposizioni del capo Nicola Abbruzzese e, più in generale, favorire la circolarità delle informazioni tra il suddetto e alcuni membri dell'associazione».

La decisione del carcere duro è stata avanzata nei mesi scorsi dalla Dda di Catanzaro, nello specifico dal pubblico ministero Alessandro Riello, competente a livello territoriale per la zona della Piana di Sibari. Si tratta di un provvedimento che, probabilmente, chiude il cerchio. Com'è noto, tutti i capi o presunti tali della 'ndrangheta cosentina e cassanese si trovano al 41 bis. Ora si passerà alle fasi processuali dove le ipotesi investigative dovranno trovare conforto nei giudizi di merito