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La Corte d’Appello di Catanzaro ha emesso la sentenza per il processo nato dall’operazione “Plinius”condotta nel luglio del 2013 dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza contro i clan Valente e Stummo.
Assolti: Antonino Amato, Pino Manco, Luigi Bovienzo, Maurizio Ciancio,Pasquale Santino Crisciti, Olgarino Manco, Giuseppe Forestieri, Giovanni Oliva, Antonio Vaccaro, Agostino Iacovo e Rodolfo Pancaro e Angelo Silvio Polignano.
Condannati: Mario Stummo, 10 anni e 6 mesi; Mario Nocito, avvocato, 10 anni e 9 mesi; Riccardo Montaspro, 7 anni; Nicola Franco Balsebre, 2 anni e 6 mesi; Pierpaolo Barbarello, 1 anno; Pasquale Basile, ex sindaco di Scalea, 6 anni e 4 mesi; Giuseppe Biondi, 2 anni e 8 mesi; Vincenzo Bloise, 2 anni e 8 mesi; Eugenio Occhiuzzi, 4 anni, 2 mesi; Francesco Pugliese, 2 anni e 6 mesi; Cantigno Servidio, 8 anni e 9 mesi; Alvaro Sollazzo, 7 anni e 6 mesi; Marco Zaccaro, 4 anni e 8 mesi; Giuseppe Zito, 8 anni; Luigi De Luca, 8 mesi; Francesco De Luca, 6 mesi; Corrado Lamberti, 4 anni e 6 mesi.
Secondo l’accusa, i clan dei Valente e Stummo avrebbero controllato il Comune di Scalea sostenendo la candidatura di Pasquale Basile (assolto dall’accusa di associazione mafiosa e condannato per tentata violenza privata) alle elezioni comunali del 2010. In cambio dell’appoggio ricevuto, l’allora sindaco Pasquale Basile avrebbe ceduto ai due clan il controllo degli appalti del Comune di Scalea.
Nello studio dell’avvocato Mario Nocito si sarebbero invece svolte numerose riunioni con amministratori comunali ed esponenti dei due clan.