Emergono altri dettagli sulle investigazioni condotte dagli agenti della Questura di Cosenza rispetto ai cinque cinesi fermati dalla Dda di Catanzaro con l'accusa di associazione a delinquere dedita al narcotraffico tra la città di Castrovillari l'Olanda.

Le indagine, come anticipato dal nostro network, non si fermano al blitz eseguito nel capannone situato nella zona "Pip" di Castrovillari, in contrada "Serre delle Ciavole", in quanto gli inquirenti sarebbero alla ricerca di altri soggetti che dai Paesi Bassi avrebbero permesso ai cinesi di mettere in piedi un'organizzazione quasi perfetta.

Leggi anche

L'aggravante della transnazionalità è un ulteriore fardello per i cinesi indagati a Catanzaro. E di questa contestazione ne parla anche il gip nell'ordinanza di convalida del fermo firmato dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla, dal procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e dal pubblico ministero Stefania Paparazzo. Il discorso, dal punto di vista della gravità indiziaria, verterebbe su alcuni dettagli di non poco conto. Ed è su questo che si esprime il gip di Salerno parlando di Yongfen Cheng, presunta narcotrafficante, e Shuangjun Ye, sospetto narcotrafficante, ritenuti i promotori dell'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Nel provvedimento cautelare del tribunale di Salerno, prima che lo stesso giudice si dichiarasse incompatibile a livello territoriale, è stato evidenziato che uno dei tre cinesi fermati a Castrovillari dimorava nel capannone dal 14 ottobre 2023 - ma in realtà i tre indagati orientali al gip Falerno avevano dichiarato che stavano nella struttura giorno e notte - e da lì con cadenza periodica e ravvicinata, i cinesi avrebbero trasportato l'ingente quantitativo di marijuana da spedire in Olanda.

Nel capannone gli agenti della polizia di Stato - in servizio presso i commissariati di CastrovillariCorigliano Rossano e alla Squadra Mobile di Cosenza - hanno rinvenuto 303 chili di marijuana, nonché 2877 piante ancora a dimora di altezza variabile dai 20 ai 90 cm per un peso stimato di 189 chili, mentre nell'abitazione situata in via delle Querce, individuata quale "base logistica" di Ye e Cheng, gli investigatori hanno scoperto 64,9 chili di marijuana già confezionata e riposta in pacchi pronti per la spedizione, oltre alla somma di denaro di 3.300 euro.

Dalle carte dell'inchiesta salterebbero fuori alcuni dati: tre soggetti che avrebbero confezionato lo stupefacente grazie a una non trascurabile organizzazione di mezzi; la presunta commissione di plurimi reati scopo di detenzione e spedizione della marijuana verso l'Olanda e i numerosi contatti con i Paesi Bassi dove i colli contenenti la droga venivano ricevuti da soggetti non ancora identificati dalla polizia giudiziaria.