Emergono alcuni punti fermi dopo l’autopsia sul corpo di Marco Gervasio, il ragazzo morto nel pronto soccorso di Polistena dopo una sosta durata 2 giorni. A rivelarli è Antonino Napoli, avvocato della famiglia del 21enne di Taurianova, che si è consultato con il perito di parte, Giuseppe Tringali, che ha potuto visionare la cartella clinica posta sotto sequestro ed ha partecipato all’esame autoptico nell’ospedale di Reggio Calabria.

«Il cuore del ragazzo era sano – rivela il legale – e nessuna lavanda gastrica è stata eseguita: i sospetti inquietanti che hanno i genitori sembrano ancora più gravi».

Due circostanze acclarate che danno una prima risposta ai quesiti che Anselmo e Luisa Gervasio avevano dettagliato nella denuncia presentata nell’immediatezza del decesso, prima di farsi assistere dal legale taurianovese. Il medico legale ha chiesto i canonici 90 giorni per stilare la sua relazione finale, da trasmettere alla procura di Palmi che – tramite il pm Vincenzo Lanni – ha iscritto 4 medici del pronto soccorso nel registro degli indagati. Napoli ha inoltre chiarito che Marco Gervasio, i cui funerali si svolgeranno a Secondigliano di Napoli – dove la sua famiglia viveva prima di trasferirsi a Taurianova, 2 anni fa – era sottoposto a cure psichiatriche, nella struttura che l’Asp gestisce a Taurianova, e che «ad oggi non si è a conoscenza con certezza dei motivi che lo avevano portato ad abusare di farmaci, causa del suo accesso al pronto soccorso».

L’avvocato ha ricordato i dubbi avanzati dai genitori nell’esposto, chiarendo che «la denuncia verte sulla necessità di accertare eventuali negligenze e solo in seconda battuta eventuali deficienze del sistema». «Il pronto soccorso ha concluso -  normalmente è un luogo da dove i pazienti poi vengono trasferiti per le cure più appropriate. I risultati che attendiamo ci spiegheranno se era corretto il tipo di stazionamento imposto, se è stata fatta una diagnosi del caso e se sono state impartite cure».