Morirono sulla 106, dopo 20 anni lo struggente appello dei familiari: «Ragazzi, non bevete»

Nell’impatto all’altezza del bivio di Le Castella furono tre i morti. “Basta vittime” li ricorda con la poesia del fratello di una vittima

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di Redazione
2 gennaio 2020
15:24
La pagina de Il crotonese del 2 gennaio 2000
La pagina de Il crotonese del 2 gennaio 2000

Elisa Sciuto aveva 17 anni e viveva a Milano con la madre. A volte si recava a Catania a far visita al padre e trascorreva sempre i periodi di vacanza a Cirò Marina dai nonni materni a cui era legatissima. Era una ragazza estroversa, piena di amici e di hobby: le piaceva ballare, divertirsi e vestire alla moda.

Patrizio Alfì, invece, aveva 23 anni ed aveva deciso di rinunciare al lavoro a Milano per ristabilirsi a Cirò Marina, per aiutare in loco una famiglia di 14 componenti (12 figli, 7 maschi e 5 femmine). Patrizio era il penultimo ed era un giovane sensibilissimo: il giorno della tragedia, nel pomeriggio, aveva dipinto il volto di Gesù e scritto poesie. Prima di uscire aveva aiutato la mamma in casa e le aveva detto che sarebbe tornato in tempo per fare il pane, come al solito.

Vincenzo Floccari di 53 anni, era una persona molto nota a Crotone dove gestiva un avviato negozio di abbigliamento in via Cutro, attività precedentemente svolta dal padre. Floccari aveva aderito al movimento politico "la Crotone che vogliamo" a testimonianza di un impegno civile e democratico verso le problematiche della collettività.

Elisa, Patrizio e Vincenzo sono le vittime del tragico incidente avvenuto sulla S.S.106, nei pressi del bivio di Le Castella, nel comune di Isola di Capo Rizzuto, il 2 gennaio del 2000 alle ore 23:30. Un incidente dalla dinamica non semplice e poco chiara che vide anche una donna ferita e che resta impresso nel dolore di molti ancora oggi, dopo 20 anni.

L'Associazione "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106" dopo aver inserito i nomi di Elisa, Patrizio e Vincenzo nell'Area della Memoria all'interno del sito web dell'Associazione affinché nessuno possa mai dimenticarli, ha voluto ricordare quella tragedia accogliendo la richiesta della Famiglia Alfì e facendo propria la poesia-appello che Giuseppe Alfì (fratello di Patrizio), ha voluto dedicare ai giovani.

L’appello

«Questo è un messaggio che voglio lanciare a tutti i ragazzi e giovani che si mettono alla guida. Vi prego assicuratevi di essere coscienti nel guidare, portate con voi qualcuno che sia in grado di guidare tranquillamente e serenamente. Ubriacarsi, fare bravate non significa essere grandi. Ma guidare con calma, rispettando i limiti, osservando la legge vi permetterà di diventare grandi. Abbiate autostima di voi stessi, non ricadete in questi errori dai quali possono scaturire orrori e tragedie. Vi prego riponete i vostri cellulari mentre guidate, usate le cinture di sicurezza, ma soprattutto usate la ragione e abbiate come scopo principale quello di divertirvi e di ritornare a casa sani e salvi».



Peppe Alfì

La poesia

...Per Patrizio ed Elisa...

 

Sono trascorsi vent'anni da quella notte,

dove ad attendervi su quel tratto di strada c'era la morte.

Ciò non significa nulla, la morte non è niente,

ma vi tengo stretto nel mio cuore, nella mia mente.

Sono convinto che nessuno muoia,

credo che l'anima in realtà

divenga un'ombra.

una stella che brilla in cielo.

Vorrei riportarvi sani e salvi a casa, ma non posso.

Invece siete voi che con il vostro ricordo, con il vostro amore,

ci accogliete in un vostro abbraccio riscaldando il mio cuore.

Siete andati via come l'ultima pagina di un libro d'amore,

il vostro affetto, il vostro calore, rompono quotidianamente

il silenzio di queste profonde giornate senza rumore.

Siete andati via senza salutarci, senza dirci nemmeno addio.

da quel giorno tutto è rimasto abbandonato

nei nostri pensieri, nella nostra memoria,

colmando tutto nel profondo senso dell'oblio.

 

...a ricordo dei tuoi cari fratelli...

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