Il vescovo della diocesi Locri-Gerace nell'omelia in onore della Madonna di Polsi si rivolge ai fedeli: «Venire qui con intenti malvagi e sacrileghi è stata una gravissima offesa alla fede di tutto il popolo mariano»
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L’ennesima invettiva di monsignor Francesco Oliva contro la ’ndrangheta arriva dal Santuario di Polsi. «Ribadisco – ha dichiarato il presule - che non è assolutamente conciliabile la fede in Maria con la criminalità mafiosa».
La festa della Madonna della Montagna si svolge ogni anno dal 31 agosto al 2 settembre nella frazione di San Luca, nel cuore dell’Aspromonte. Il santuario, meta di migliaia di fedeli ogni anno, è stato a lungo percepito come il luogo di culto della ’ndrangheta. Soprattutto dopo l’operazione il Crimine, che portò alla diffusione di un filmato girato nel 2010 a Polsi, che immortalava i capi dei diversi mandamenti definizione della strategia criminale proprio sotto la statuetta bianca della Vergine della Montagna. Ad “officiare” la riunione, allora, fu il capo dei capi, Don Mico Oppedisano.
Ed è proprio il ricordo di quell’oltraggio che monsignor Francesco Oliva vuole cancellare. «L’uso indebito dell’immagine della Madonna di Polsi e la sua strumentalizzazione da parte di uomini di mafia e di ‘ndrangheta – ha detto il presule – il venire qui non da pellegrini ma con intenti malvagi e sacrileghi è stata una gravissima offesa alla fede di tutto il popolo mariano». E ancora: «Portare con sé l’immagine della Vergine e nutrire odio, rancore, vendetta non sono comportamenti conciliabili con la più genuina fede mariana. C’è religiosità e religiosità. C’è una religiosità, che non piace al Signore. È quella fatta di parole. Non basta dirsi cattolici. Non basta partecipare ad atti di culto: accompagnare la statua in una processione, ricevere i Sacramenti, venire in pellegrinaggio. Ci vuole la rettitudine di cuore, la purità nei pensieri e nelle intenzioni. Gesù condanna la tendenza a dare più importanza ai gesti e ai riti esteriori che alle disposizioni interiori, rifiuta le apparenze e va all’essere».