Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
È stato scarcerato nella mattinata di oggi il noto imprenditore Carmelo Ficara, 62 anni, di Reggio Calabria, uno dei più importanti costruttori della città. Ficara, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro ed Antonino Priolo, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Monopoli, in esecuzione di un provvedimento di fermo disposto dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria. All’esito dell’udienza di convalida il gip presso il Tribunale di Reggio aveva emesso la misura cautelare della custodia in carcere (oltre che il sequestro di un ingente compendio immobiliare), ravvisando la gravità indiziaria in relazione ad entrambi i capi di imputazione contestati all’indagato (concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione consumata, aggravata dalle modalità e dalle finalità mafiose).
In particolare, a Ficara viene contestato il concorso esterno nell’associazione per delinquere di stampo mafioso perché avrebbe concluso - secondo la Pubblica Accusa - un patto con il potente e storico sodalizio criminoso reggino dei De Stefano, in cambio del quale avrebbe ottenuto protezione e possibilità di sviluppo imprenditoriale ed edificatorio nel territorio di Archi in particolare. Oltre che di tale fattispecie il Ficara è imputato di estorsione consumata, aggravata dalle modalità e dalle finalità mafiose, ai danni dell’impresa Co.Bar. S.p.A., aggiudicataria dei lavori di ristrutturazione del museo Magna Grecia di Reggio Calabria. Secondo l’Accusa, la Co.Bar. S.p.A. avrebbe subìto, da parte della consorteria dei De Stefano, l’imposizione del contratto di locazione concluso con l’imprenditore reggino, presso i cui locali vennero infatti conservati alcuni reperti museali. Gli avvocati Alvaro e Priolo hanno illustrato, in contraddittorio con la parte pubblica, le argomentazioni difensive nel corso di una lunghissima udienza camerale che si è svolta davanti al Tribunale del Riesame nella giornata di giovedì scorso, depositando una corposa memoria difensiva nella quale hanno condensato le confutazioni dell’impostazione accusatoria.
A scioglimento della riserva assunta all’udienza, il Tribunale ha accolto l’istanza di riesame avanzata dai difensori ed annullato la misura in relazione al più grave reato di estorsione consumata, aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa. In relazione alla diversa ipotesi di concorso esterno nel reato mafioso i giudici del riesame hanno concesso al Ficara - condividendo le tesi difensive prospettate sul punto, in via subordinata, dai difensori - gli arresti domiciliari presso la propria abitazione in Reggio Calabria. Soddisfazione per l’esito di questo primo confronto cautelare è stata espressa dai difensori dell’indagato, i quali hanno rilevato l’importanza dell’annullamento della misura cautelare in relazione al reato di estorsione, tanto in ragione della particolare gravità dello stesso delitto quanto del fatto che si trattava dell’unico reato fine contestato al Ficara, reato che, nell’impostazione accusatoria, costituiva un importante riscontro alla tesi del patto e della collusione dell’imprenditore, riscontro che, ad avviso dei difensori, adesso è venuto meno.