"Non è un conflitto tra civiltà. E non è una guerra tra religioni. E' uno scontro tra democrazia e terrorismo". Lo ha dichiarato il senatore Marco Minniti, come riporta Valeria Guarnieri de Il Dispaccio, sottosegretario di Stato e Autorità per la sicurezza della Repubblica intervenendo, a Reggio Calabria, al convegno "Intelligence&Università – Mediterraneo, area strategica per la sicurezza nazionale”, realizzato in collaborazione con il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, nell'ambito del ciclo "Intelligence & Università".

 

"Oggi il Mediterraneo è una delle realtà più complicate al mondo. Ed è un punto di straordinaria interrogazione per l'intero pianeta – ha sottolineato il senatore – la minaccia del terrorismo internazionale ci costringe a fare profonde riflessioni". E parlando di riflessioni il senatore ne ha fatta una sull’Isis dichiarando: "Sappiamo bene di cosa sono capaci: lo abbiamo visto tutti purtroppo. Abbiamo di fronte una minaccia fortissima, che certamente non va sottovalutata. E' una sfida irriducibile. E' importante però – ha spiegato Minniti – evitare la sindrome della paura. Abbiamo a che fare con un nemico raffinatissimo, che fa della propaganda una delle sue armi principali". Per Minniti “ è fondamentale distinguere, non fare di tutta l’erba un fascio”. "La loro è una lotta contro il vero volto dell'Islam".

 

 "Non c'è un comando, una centrale strategica del terrorismo – ha spiegato il senatore - C'è riferimento politico e culturale per le cellule che si muovono sul territorio. Singole persone e piccoli gruppi che si muovono sul territorio. Non c'è uno che comanda, ma c'è qualcuno che ispira. Per questo – ha ribadito - il tasso di imprevedibilità è molto alto, e questo è un problema. Inoltre – ha continuato - per la prima volta abbiamo di fronte una realtà terroristica diventata stato. Che riesce a fare una normale campagna militare. Noi dobbiamo innanzitutto sconfiggerli militarmente".

 

 Per Marco Minniti : “mentre le radici dell'odio vengono continuamente annaffiate – ha detto –quelle nostre della democrazia forse sono state abbandonate. Si sono rinsecchite. Occorre riprendere i valori dell'identità democratica. Dobbiamo rispondere alle armi del terrorismo con le armi della democrazia", ha concluso citando Sandro Pertini.