Ancora fermezza, ma ora anche l’invito alla società civile ad essere al fianco dei testimoni di giustizia, dopo l'allarmante scenario svelato dall’inchiesta che ha portato all’arresto del killer e del mandante dell'omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del pentito che era stato essenziale per la cattura del boss Teodoro Crea. L’associazione Libera, ad una settimana esatta dalla riunione straordinaria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza – tenutasi a Rizziconi – è tornata nel paese del Reggino, per un incontro pubblico servito a rinnovare il sostegno a chi in questo territorio vive sotto scorta.

Dopo aver innalzato la protezione di chi potrebbe essere nel mirino di una cosca ancora sanguinaria, che ha dimostrato di non dimenticare, la “squadra Stato” ha voluto parlare ai sindaci del territorio, assieme al vescovo della Diocesi, Francesco Milito, presenti i testimoni di giustizia Nino Bartuccio, Pasquale Inzitari, Nino De Masi e Gaetano Saffioti, assieme al giornalista Michele Albanese che vive sotto scorta per minacce ricevute.

«Bisogna dimostrare vicinanza non solo a loro – ha detto il prefetto Massimo Mariani – ma a tutti quelli che in questo territorio vogliono liberarsi della cappa mafiosa». Sulla linea della fermezza, ma anche della collaborazione, ha assestato il suo intervento Giovanni Bombardieri, procuratore della Dda. «Lo Stato fa la sua parte – ha detto – per dimostrare che non c’è tregua contro la violenza e l’intimidazione. La società civile deve stare accanto a chi ha avuto il coraggio di denunciare e non può rischiare di rimanere isolato». Il convegno, moderato dal referente di Libera don Pino Demasi, ha registrato gli interventi dei sindaci Francesco Cosentino e Giuseppe Zampogna, in rappresentanza dell’associazione intercomunale Città degli Ulivi, nonché di Alessandro Giovinazzo primo cittadino di Cittanova.

Presenti anche i vertici provinciali delle forze dell’ordine, l’incontro è stato concluso da don Luigi Ciotti che ha esortato alla vigilanza civile. «Non ci sono più alibi – ha detto – le istituzioni sono sacre, e vengono prima degli uomini che le guidano che non sempre hanno dimostrato valore. I cittadini non possono delegare ad altri, devono sentire la responsabilità di collaborare con chi denuncia e con chi contrasta il crimine».