VIDEO | I giudici della Corte d'appello di Reggio Calabria hanno deciso anche per la sospensione della pena. Il tribunale di Locri gli aveva inflitto 13 anni e due mesi di reclusione
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Un anno e sei mesi con sospensione della pena. È questa la sentenza di Appello - pronunciata dopo quasi sette ore di camera di consiglio - nei confronti di Mimmo Lucano, l’ex sindaco dell’accoglienza passato alla storia come l’artefice del “modello Riace”.
Il processo di secondo grado si è tenuto in Corte d'Appello a Reggio Calabria. Un sentenza quella di oggi che ribalta quella pronunciata dal tribunale a Locri, che aveva condannato Lucano a 13 anni e due mesi di reclusione per i reati di associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.
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Nel processo d'Appello, ad ottobre scorso, la Procura generale aveva chiesto per l'ex sindaco di Riace una condanna di 10 anni e 5 mesi. Dalla lettura del dispositivo di oggi emerge che la Corte ha assolto Lucano dai reati più gravi. È stato invece condannato per un falso in relazione ad una delibera del 2017, mentre sono stati assolti altri 15 imputati del processo che, in primo grado, erano stati giudicati colpevoli. Si tratta di Giuseppe Amendolia, Nicola Audino, Assan Balde, Fernando Antonio Capone, Oberdan Pietro Curiale, Cosimina Ierinò, Oumar Keita, Annamaria Maiolo, Cosimo Damiano Musuraca, Gianfranco Musuraca, Salvatore Romeo, Maurizio Senese, Lemlem Tesfahun, Filmon Tesfalem, Jerry Cosimo Ilario Tornese. Rideterminata invece la pena per Maria Taverniti, condannata un anno e 400 euro di multa (condizionalemente sospese).
La sentenza di secondo grado arriva a distanza di cinque anni esatti dal clamoroso arresto di Lucano nell'ambito dell'operazione Xenia su presunte irregolarità nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel Comune di Riace. Gioia e sollievo sono stati espressi dallo stesso Mimmo Lucano, appena appresa la notizia.