In 28 sono accusati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata all’illecito trasporto di stranieri in territorio Italiano, in violazione del testo unico sull’immigrazione. Viaggi clandestini, prevalentemente dalla Turchia alla Grecia, diretti verso le coste italiane adoperando imbarcazioni, bus, treni e taxi per raggiungere le città del Nord Italia e poter oltrepassare il confine. Secondo i magistrati della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo e Anna Chiara Reale, l’organizzazione aveva a disposizione anche uomini dislocati all’estero, e nelle altre regioni italiane, con compiti ben precisi.

La cellula turca

L’inchiesta denominata Caronte è giunta a conclusione delle indagini preliminari. Secondo l’accusa Ako Abdulla Ibrahim, Omar Namr alias Namr Raniay e Tawfeeq Omar Akbar alias Haval Shahina (più altre cinque persone allo stato non identificate) sono i vertici e promotori della cellula turca. Avrebbero avuto il compito di reclutare i migranti, ingaggiare gli skipper, reperire le imbarcazioni, organizzare i viaggi clandestini fino alle coste del Sud Italia, coordinare gli eventi con le cellule italiane e riscuotere dai migranti le cifre per i viaggi.

Mohammed Ahmed Rashid Mohammed e una persona allo stato non identificata sono considerati esponenti della cellula turca col compito di gestire il flusso di denaro incassato con i viaggi clandestini organizzati anche tramite l’agenzia Kanypanka Kompany.

La cellula greca

Meran Qalejoe alias Aziz, Omed alias Meran, Amanj Shex, secondo gli inquirenti sono i vertici della cellula greca. Anche loro avrebbero avuto il compito di organizzare i viaggi fino alle coste del Sud Italia fino a consentire ai migranti di raggiungere i Paesi europei.

Gli uomini in Italia

Mahmood Qaraman Awat Mahmood (sottoposto a separato procedimento) sarebbe il vertice del gruppo attivo in Sud Italia con lo scopo di recuperare i migranti durante gli sbarchi e favorirne la fuga fino alle destinazioni nelle città europee.

Ad affiancare Mahmood nel Sud Italia vi sarebbero stati Fajjari Ameur, Lemhar Bouchaib, Farhanghi Kawa, Sleman Abdulkerim Shaho, Hamadani Mourad, Boughazi Mostafa, Hamamustafa Mohammed, Abdalrahman Shvan Jalal Abdalrahman alias Don.

A Milano e Torino

A Milano i migranti avrebbero trovato Ahmad Hawre Shahab e Said Abdulaziz Farsat, col compito di garantire ai migranti il raggiungimento dei Paesi europei.
A Torino la cellula sarebbe stata composta da Awlmohammed Osman Ali e Ali Hosman.

Le cellule a Trieste e Ventimiglia

I migranti avrebbero trovato, inoltre, a Trieste Mustafa Omar Mohammed Ali alias Grande Sheiks e Amin Nigar Abdalla Amin, che gestivano la cassa comune dei proventi dei viaggi clandestini. Sempre a Trieste c’era Azeez Balen che gestiva la cassa comune per retribuire gli altri trafficanti e garantire la prosecuzione del viaggio dei migranti verso gli altri Paesi europei.

A Ventimiglia dimoravano, invece, Rasol Samn, Namdar Jawad, Faque Hwnar Nazm, Dana Baqe Kaka, Mahammad Nashwan, Mohammed Adel Abdullah e Issa Zhvan, col compito di garantire l’attraversamento del confine permettendo ai migranti di arrivare in Francia eludendo i controlli della forze di polizia italiane e transalpine, anche nascondendo i migranti a bordo di camion.