VIDEO | La donna si è rivolta ai carabinieri dopo che alla madre ricoverata a Lamezia Terme sarebbero state rubate le fedi e non le sarebbe stata applicata la terapia farmacologica che seguiva
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Una denuncia depositata ai carabinieri e tanti aspetti della vicenda da chiarire. Quanto accaduto a Caterina, madre di una donna ultra ottantenne di Lamezia Terme, ricoverata al Giovanni Paolo II, sembrerebbe essere l’ennesimo caso di malasanità aggravato dal presunto furto delle fedi, due anelli in oro che la paziente non levava mai e che già pochi giorni dopo non si è più ritrovata al dito.
Ma le anomalie sarebbero anche altre, come la difficoltà ad avere notizie dell’anziana, la terapia farmacologica in corso interrotta e i lividi ritrovatele sul corpo. Diversi gli aspetti sui quali le forze dell’ordine stanno indagando e la figlia dell’anziana non ha intenzione affatto di lasciare correre.
«Sin da subito - ci racconta - ho avuto difficoltà ad avere notizie di mia madre. Telefoni che suonavano a vuoto o risposte sgarbate. In una delle prime telefonate in reparto mi è stato detto che si lamentava perchè non aveva più al dito le due fedi, quella di matrimonio e quella del cinquantesimo anniversario. Un ricordo affettivo al quale era fortemente legata, specie da quando mio padre è morto. La cosa più triste è che la dottoressa che me lo ha comunicato mi ha detto che non si mandano gli anziani in ospedale con gli anelli, come se la colpa del furto fosse da ascrivere alla mia superficialità».
In pochi giorni le cose degenerano, la donna - ci racconta - fatica ad avere informazioni sullo stato di salute della madre.«Non mi hanno saputo nemmeno dire se aveva bisogno di cambi e quando gliene ho portato uno mi hanno restituito una busta con intimo non appartenente a mia madre e vistosamente sporco», aggiunge.
Si arriva al punto di rottura, Caterina decide di portare sua madre a casa, ma passando dalla stanza dell'anziana si sarebbe accorta di un'altra mancanza: «Era senza bombola d'ossigeno. Mentre io avevo fatto presente che mia madre viveva attaccata all'ossigeno h24 da dicembre, dopo avere avuto il Covid. Ma non solo. Giunta a casa e aperta la sua borsa ho scoperto che i farmaci che le avevo dato e che facevano parte della sua terapia abitudianaria non erano stati nemmeno aperti. Erano scatole nuove e non mancava nulla».
I valori misurati a casa, ci racconta ancora la donna, avrebbero avallato questo ipotesi: glicemia alle stelle, saturazione sballata. «Mia madre era sporca - aggiunge ancora Caterina - ed ha tutt'ora un eczema sanguinolento da pannolino. Ha anche dei lividi sulle braccia che mi è stato raccontato le sarebbero venuti dopo essere stata spostata dal letto in modo incauto».
Quello che la madre ha subito, ci racconta Caterina, è un «vero e proprio dramma psicologico, in cui le scarse cure avrebbero condotto ad un senso di solitudine e abbandono estremo acutizzato dalla non autosufficienza».
Le indagini sono in corso, ma si fa fatica anche ad avere la cartella clinica. Caterina racconta che da quando ha riportato sui social ciò che sta vivendo in tanti si sono sfogati raccontando di essere state vittime di situazioni analoghe. «Ma nessuno denuncia - commenta la donna - ecco perchè ho deciso di non lasciare correre. Non è possibile quanto accaduto, a maggior ragione se è una prassi».