Emanuele Crescenti illustra i passi dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex sindaco Fiorenzo Silvestro. E alla politica dice: «Bisogna aumentare gli strumenti di controllo»
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L’arresto del consigliere ed ex sindaco di Maropati Fiorenzo Silvestro riaccende i riflettori sull’importanza di monitorare l’attività delle amministrazioni locali. Una realtà che, in un lembo di terra come la Piana di Gioia Tauro – ma più diffusamente in tutta la provincia, fortemente permeata dalla ‘ndrangheta – necessita di uno sforzo maggiore.
La battaglia, anche questa volta, ha visto la Procura di Palmi retta dal procuratore Emanuele Crescenti portare a casa un risultato importante. Un’indagine che in tempi strettissimi è riuscita a raccogliere prove e intercettazioni che, insieme alla collaborazione di un consigliere comunale, ha consentito di fermare un tentativo di corruzione. Per la peculiarità del fatto in sé e dei tempi abbiamo chiesto al procuratore Crescenti di entrare nel dettaglio.
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Procuratore, l’operazione ha visto un riscontro immediato della Procura a indagini che hanno monitorato e interrotto un tentativo di corruzione praticamente in tempo reale. Cosa ha permesso di agire in modo così tempestivo?
«Dobbiamo evidenziare che abbiamo trovato una persona collaborativa che ha visto nello Stato qualcuno di cui fidarsi. Questo è grande un passo di civiltà. Siamo riusciti ad arrivare in questi tempi al risultato grazie alle intercettazioni, strumento indispensabile e al grande lavoro degli uomini della Guardia di Finanza guidati dal tenente colonnello Danilo Persano e alla squadra della Procura, al sostituto Vincenzo Landi e il procuratore aggiunto Santo Melidona. Solo lavorando in equipe abbiamo potuto seguire passo passo tutti i tentativi che sono stati fatti dai due soggetti per tentare di convincere il consigliere a rassegnare le dimissioni. Abbiamo avuto in mano l’assegno come prova del tentativo di corruzione. E questo ci ha consentito di poter intervenire con celerità».
L’ex sindaco aveva disponibilità immediata del denaro per concludere l’eventuale trattativa. Ma ci sono stati altri metodi pensati per convincere i consiglieri a rassegnare le dimissioni?
«Sono stati avvicinati anche altri consiglieri con il medesimo intento ma venivano convinti con altri metodi non illeciti. Il consigliere che denunciato, invece, era restio per questo si sono spinti oltre e abbiamo potuto avere la verifica dell’intento delittuoso. È stato più volte avvicinato per accettare la proposta e oltre al denaro è stato offerto anche un incarico in quella che sarebbe stata la nuova amministrazione».
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Indagini di questo tipo dimostrano l’attenzione della Procura nei confronti delle amministrazioni locali. In tal senso, considerato i tanti e piccoli centri della Piana, si sta agendo per prevenire forme di illegalità all’interno delle amministrazioni?
«Ci sono tante realtà e amministrazioni che devono essere monitorare e attenzionate. Guai ad abbassare la guardia. E lo dico a chi dall’alto sta cercando di abbassare il target di controllo. E se questo vale nelle grandi realtà vale il doppio in realtà piccole. Il nostro lavoro può incidere maggiormente in realtà come quelle dei piccoli comuni. È nelle piccole realtà che si deve garantire una presenza e un controllo costante. Noi stiamo cercando di farlo. E se è vero che al momento l’organico è sufficiente per effettuare questo tipo di lavoro è anche vero che si paventa la perdita di unità che devono essere subito colmate per proseguire nei tempi e nei modi che abbiamo garantito fino ad ora».
Quanto è importante oggi la collaborazione, come accaduto nel caso specifico, di amministratori onesti e “coraggiosi”?
«Oltre la paura è da rompere la mentalità. Bisogna cambiare per rompere queste modalità. Bisognerebbe convincersi dell’idea che denunciare e collaborare rappresentano un passo avanti di civiltà verso la legalità sapendo di essere dalla parte giusta. E questo andrebbe fatto anche in ambienti, come nel caso attuale, dove si rischia di essere isolati o allontanati. Lo Stato è presente e vicino a chi compie questo passo di civiltà e speriamo che quello di Maropati sia preso come esempio».
Sono tante le attività svolte e in corso per la Procura di Palmi. Ha notato particolari reati in crescita o nuovi rispetto alle peculiarità del territorio?
«Stiamo attenzionando e aprendo diversi fronti. Sicuramente stiamo notando casi in crescita per quanto riguarda la violenza di genere. Probabilmente questo dato è legato anche a una rinnovata fiducia nelle istituzioni. Ma tra i reati in crescita ci sono anche quelli economici. E stiamo lavorando sull’occupazione abusiva degli alloggi popolari con continui monitoraggi».