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Una maxi operazione antidroga, denominata "Due mari", coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotta in sinergia tra la Guardia di finanza, la Polizia nazionale colombiana e la Dea (Agenzia antidroga americana) ha permesso di sgominare una pericolosissima organizzazione internazionale di narcotrafficanti. 33 arresti e numerose perquisizioni. Complessivamente, gli investigatori italiani, americani e colombiani hanno sequestrato 11 tonnellate di cocaina che, se immesse sul mercato, avrebbero fruttato all'organizzazione circa 3 miliardi.
L'organzzazione in Italia - Al vertice dell'organizzazione in Italia ci sarebbero stati i fratelli Franco e Giuseppe Cosimo Monteleone, figure di spicco del narcotraffico internazionale e ritenuti esponenti di spicco delle 'ndrine della locride.
Le indagini - L’incipit delle attività investigative trae origine da alcune risultanze acquisite nell’ambito dell’operazione Sante Fè del 2013, che aveva permesso di identificare alcuni soggetti come punti di riferimento e capisaldi storici del narcotraffico internazionale della locride. Tale persone, erano stati tra l’altro protagonisti, nell’ambito di un diverso procedimento penale dell’importazione di 93 kg di cocaina, sequestrata dalle Autorità Panamensi nel 2013, presso il porto di Balboa, e del tentativo di importazione di un ulteriore cospicua partita di droga.
Sono state dunque monitorate le transazioni monetarie finalizzate alla consegna del denaro necessario per finanziare l’acquisto della cocaina. A tal proposito, l’organizzazione indagata, in alcune occasioni, si è avvalsa di una parallela struttura, dotata di un’apposita batteria di corrieri che prelevavano il denaro dagli acquirenti calabresi per farlo giungere ai fornitori sudamericani. In più circostanze, i soggetti facenti parte della consorteria indagata si recavano in Costa Rica con lo scopo di definire i dettagli relativi alla spedizione dei carichi di cocaina. Le risultanze dell’attività investigativa sono state compendiate in un’articolata informativa di reato con la quale sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria reggina 15 soggetti, responsabili di aver importato nel territorio nazionale oltre 240 chilogrammi di cocaina purissima.
L’operazione ‘Due Mari 2015’ ha interessato sia l’ambito nazionale che internazionale, proprio in ordine a trae aspetto, nel corso dell’operazione è stata avviata una commissione rogatoriale con le Autorità del Costarica nell’ambito della quale, a seguito di apposite riunioni di coordinamento, mediate anche dall’ufficio Dea presente in quel paese, venivano iniziate, in Sudamerica, parallele attività di indagine che consentivano di identificare i fornitori dello stupefacente.
Dalla Colombia al Costa Rica per raggiungere l'Italia - Le attività successivamente intraprese hanno interessato in primis il Costa Rica, quale territorio dal quale ingenti quantitativi di cocaina venivano spediti in Italia sfruttando i carichi di copertura di frutta, e si estendevano ad altre località del Sudamerica consentendo di risalire aa filiera fino alle zone di produzione, raffinazione e stoccaggio presenti in Colombia.
L'operazione 'Angry Pirate 2' - Qui la Dea americana, unitamente alla locale polizia incardinava una importante attività investigativa, meglio nota come operazione ‘Angry Pirate 2’, nell’ambito della quale, oltre ad individuare i soggetti facenti parte dell’organizzazione fornitrice dello stupefacente, riusciva a scovare 7 laboratori clandestini, a sequestrare 11 tonnellate circa di cocaina e ad arrestare in flagranza di reato 111 soggetti.
Il ruolo dell'ELN, della BACRIM e delle FARC- Dette investigazioni portavano all’identificazione dei membri chiave dell’Esercito di Liberazione Nazionale, organizzazione terroristica responsabile di reati di estorsione, sequestro di persona e omicidio, oltre al traffico di stupefacenti. L’ELN era responsabile di garantire la sicurezza del trasporto dello stupefacente dai laboratori ai punti di deposito costieri. Successivamente, la cocaina passava sotto il controllo dei Los Urabenos Bandas Criminales (Bacrim) che ne coordinavano la partenza in sicurezza dalla Colombia.
Le indagini condotte in quel territorio consentivano di rilevare, altresì, il coinvolgimento delle Farc, anche queste con il compito di garantire la sicurezza del trasporto della cocaina verso le città costiere, in prossimità dei porti colombiani, una volta giunto in tali località, lo stupefacente veniva caricato su grandi navi mercantili, su imbarcazioni da pesca ovvero su barche ‘go fast’ per essere trasportato verso i paesi di transito quali il Costa Rica, la Repubblica Domenicana e Panama, per essere successivamente inviato in Europa e negli Stati Uniti.
Gli arresti - È stata dunque concordata l’ipotesi di eseguire nella giornata di oggi congiuntamente le due operazioni (11 provvedimenti restrittivi scaturenti dall’operazione ‘Due Mari 2015’ e 22 da eseguire in Colombia relativi all’operazione ‘Angry Pirate 2’).